Trama
Nel mese di giugno del 1971, il New York Times, il Washington Post e gli altri principali quotidiani degli Stati Uniti prendono una coraggiosa posizione in favore della libertà di espressione, informando sui documenti del Pentagono e rivelando segreti governativi inerenti a quattro decenni di storia e presidenze americane. Katherine Graham, la prima editrice del Washington Post, e Ben Bradlee, il volatile direttore della testata, provano a ridare linfa a un quotidiano oramai in declino. Insieme, formano un'improbabile squadra chiamata a sostenere coraggiosamente la pubblicazione dei documenti e a combattere contro il tentativo senza precedenti dell'amministrazione Nixon di limitare il Primo Emendamento.
Approfondimento
THE POST: LA PUBBLICAZIONE DEI PENTAGON PAPERS
Diretto da Steven Spielberg e sceneggiato da Liz Hannah e Josh Singer, The Post racconta la vera storia dell'improbabile (fino a quel punto) collaborazione tra Katharine Graham, la prima editrice donna del quotidiano Washington Post, e del direttore Ben Bradlee, che fanno a gara con il New York Times per la pubblicazione di una serie di segreti governativi, nascosti per tre decenni da quattro diversi presidenti. Per riuscire nell'impresa, i due sono chiamati a mettere da parte le loro differenze e a rischiare le loro carriere e la loro libertà.
Con la direzione della fotografia di Janusz Kaminski, le scenografie di Rick Carter, i costumi di Ann Roth e le musiche di John Williams, The Post ripercorre i passi che hanno portato alla pubblicazione dei cosiddetti Pentagon Papers avvenuta grazie alla pragmatica collaborazione tra due differenti testate giornalistiche, il Washington Post e il New York Times. Scopo della pubblicazione dei documenti riservati fu quello di far conoscere alla nazione segreti che ben quattro Presidenti custodirono per non rompere l'equilibrio della nazione. In particolar modo, tali documenti appartenevano al Ministero della Difesa e riguardavano la strategia degli Stati Uniti in Vietnam nel periodo che va dal 1945 al 1967. Per tale pubblicazione, la pionieristica ma inesperta editrice del Washington Post, Katherine Graham, e il direttore Ben Bradlee divennero il simbolo della libertà di stampa e della deontologia professionale giornalistica: nonostante l'accusa di tradimento a cui potevano andare incontro, i due svolsero il loro lavoro abbracciando una dura battaglia per la libertà di stampa contro i leader del proprio Paese.
Gli eventi narrati in The Post ebbero luogo nel 1971, un periodo storico che il regista Steven Spielberg ha vissuto in prima persona mentre si affermava come una delle voci più eminenti del cinema americano. A suo agio con opere che raccontano di trasformazioni e transizioni storiche, Spielberg con The Post si tuffa nel mondo del giornalismo in un momento in cui il settore deve fare i conti, come tutto il mondo, con l'avanzata del potere delle donne e con l'affermarsi delle corporazioni. La storia di The Post gli fornisce inoltre modo per affrontare un dilemma senza tempo: si deve portare all'attenzione dell'opinione pubblica un grave pericolo nazionale pur sapendo che la posta in gioco è molto alta?
"Spielberg ha trasformato la storia dei Pentagon Papers in un thriller. Ha la capacità innata di rendere dinamici e contemporanei anche episodi storici lontani, trasformando la storia della pubblicazione di una notizia in un interrogativo sul senso del dovere e sull'esposizione della verità. The Post, poi, è anche qualcosa di più: mostra la storia di una donna che da casalinga si è trasformata nell'editrice di una delle più grandi testate americane, di come quattro differenti governi abbiano mentito alla nazione per vent'anni, del perché l'ex consulente militare Daniel Ellsberg abbia passato le soffiate al Times e di come il New York Times abbia maneggiato lo scoop facendosi battere sul tempo dal Washington Post", sottolineano le produttrici Amy Pascal e Kristie Macosko Krieger.
Il cast
A dirigere The Post è Steven Spielberg, regista, sceneggiatore e produttore statunitense. Noto per essere il regista che ha incassato di più nella storia del cinema grazie a titoli come Lo squalo (primo titolo a superare i 100 milioni di dollari al box office), E.T. - L'extraterrestre, Indiana Jones e Jurassic… Vedi tutto
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Commenti (36) vedi tutti
" Per affermare il diritto di pubblicare, bisogna pubblicare!"
leggi la recensione completa di emilNon bastano due fuoriclasse come Meryl Streep e Tom Hanks e un nobile tema per far decollare un film piatto, noioso e anche di difficile comprensione per una buona metà.
commento di Artemisia1593Elogio della verità e della democrazia.
leggi la recensione completa di daveperEsempio perfetto e calzante con quanto accade oggi in Italia, dove la quasi totalità delle testate giornalistiche è allineata e solo una piccola parte di coraggiosi cerca di ricordare cosa vuol dire fare giornalismo e cosa sia la Costituzione. TUTTI dovrebbero vederlo!! 9
commento di BradySolo per americani, noi non lo capiamo,non lo apprezziamo,non saprei...4e1/2
commento di damiSPAltra lezione di Spielberg sulla sua America. Ben fatto e coinvolgente 7,5 DIDATTICO
leggi la recensione completa di luca826Di una pesantezza assurda,meglio mettere le p... nel frullatore che sorbirsi sta roba... Voto 4
commento di ScemaranMi spiace scrivere questo commento per un film girato dal mio regista preferto: S. Spielberg. Ma devo ritenere questo suo ultimo film, tra i suoi film minori, un giro e rigiro, per giungere alla proclamazione di una declaratoria di libertà di stampa, sin troppo scontata oggi come allora. Scontato e un po banale. Voto 5
commento di GARIBALDI1975Miiii che palle! Provato 2 volte a guardarlo niente da fare. Pesante. Noia.
commento di Wollas1Spielberg impegnato non delude.
leggi la recensione completa di TerenceFletcherA mio avviso, è un film solido e ben recitato. Il Vietnam è una ferita ancora aperta per gli USA e questo film tratta, con punti di vista critici e problematici, il tema della libertà di stampa. Non è un capolavoro, ma è da vedere.
commento di 0372Film Socio-Politico a Tema Guerra in Vietnam che vale la pena seguire SOLO nei primi 10' in quanto il resto,risulta quasi una Foto-Copia di varie Pellicole di Protesta anni '70 con De Niro o Robert Redford (infatti qualche Attore è uscito fuori in quel periodo ...) comunque roba stantia.voto.2.
commento di chribio1Se pensate sia una palla noiosa e su un argomento che chissene, sarete sorpresi come e più di me. Da riscoprire.
leggi la recensione completa di tobanisDa un fatto vero, Spielberg torna a raccontare un dramma politico ma soprattutto etico sui diritti e le responsabilità della stampa, con il solito impeto e la solita passione, forse anche per raccontare di un giornalismo che è stato, dovrebbe essere ma che, forse, oggi non è più.
leggi la recensione completa di YellowBastardTra l'incipit che parte dalla fine dei 'Tre giorni del Condor' e la fine che principia dall'inizio di 'Tutti gli uomini del presidente': Spielberg rinverdisce i fasti del cinema liberal dei '70: messaggio anodino, personaggi imbolsiti ed operazione fuori tempo massimo. I successori di Nixon hanno saputo fare di molto, ma di molto peggio...
commento di maurizio73Spielberg dirige con maestria due grandi attori in un film profondamente politico che valorizza il mestiere del giornalista inteso come divulgatore di verità scomode, facendone comprendere l'importanza all'interno della società. Girato e sceneggiato benissimo, è, purtroppo, leggermente convenzionale. Voto 8.
commento di rickdeckardOttimo film di Spielberg. Recitazione brillante, ma contenuta, dei due protagonisti Tom Hanks e Meryl Streep
leggi la recensione completa di Furetto60noiosetto.. poi quei racconti di eventi passati messi a caso qua e là sono da copione di recita scolastica. un film trascurabile
commento di shitenBuon film d'impegno civile, emozionante e vibrante.
leggi la recensione completa di Carlo Cerutia volte la critica e' incredibile,elogi...elogi...elogi,ma tolto una bella prova di attori il resto e' davvero pesantino,per non dire lunghino....e noiosino!!!!.6, di stima.
commento di ezioScusate, in che senso candidato a "miglior film"?? Allora l'anno prossimo Muccino? Se questo voleva essere il testamento culturale di Spielberg, forse era meglio un necrologio. Sul Washington Post.
leggi la recensione completa di andenkoFatti noti, cronaca di cinquanta anni fa (1971), qualcosa che oggi si può definire Storia, eppure il film riesce a rendere presente quel passato e a creare attesa e, non di rado, stupore.
leggi la recensione completa di yumeE’ di notevole interesse la questione dei rapporti tra potere politico e libera stampa e Spielberg dirige con affinato mestiere due grandi interpreti. Tuttavia la sceneggiatura non è particolarmente avvincente né scoppiettante ed il film non esce dai binari del convenzionale: un lavoro non innovativo rispetto ai numerosi film a tema “giornalistico”
leggi la recensione completa di port crosSarà stata forse colpa del doppiaggio, ma io l'ho trovato un po' noiosetto.
commento di mosez78Steven Spielberg è un maestro e da tale si è comportato per questo notevolissimo film, perfetto ed equilibrato in ogni momento, dal crescendo degno di un’opera di classe, non fermandosi mai, dando ritmo perfino per una storia essenzialmente verbale e di cui sappiamo già tanto.
leggi la recensione completa di michemarclassicone, prodotto di qualità, ma ovviamente già visto varie volte da Woodward-Bernstein/Redford-Pacino in poi, e quindi da vedere in originale visto che la cosa migliore sono le interpretazioni (sulla fonte Ellsberg imperdibile l'emozionante http://www.filmtv.it/film/42173/the-most-dangerous-man-in-america-daniel-ellsberg-and-the-pe/)
commento di carloz5Uno Steven Spielberg sulla scia del noto film di Alan J. Pakula del 1976 con Robert Redford e Dustin Hoffman, racconta la battaglia sulla libertà di stampa che il Washington Post, nel 1971, ha intrapreso quando è venuto in possesso di documenti scottanti sui trent'anni di rapporti poco idilliaci fra America e Vietnam.
leggi la recensione completa di Marco PoggiTroppo lungo, troppo lento, troppo scontato. Pur riconoscendo dei pregi nell'idea, nel portare alla luce qualcosa di attuale come la libertà di stampa, già 40 anni fa ed oggi in casi simili attualissima, ad esempio il nuovo Snowden, ancora perseguitato, ma molto più attraente e accattivante (Stone docet) the Post risulta banalotto e sonnecchioso.
leggi la recensione completa di gaiartSplendido! Spielberg in grande forma per un bel film, recitato in modo sublime dalla coppia Streep Hanks. E in momenti come questi anche l'oggetto "media" non è secondo me per nulla causale!
commento di mike53... mi caverei un testicolo per essere coinvolto!
leggi la recensione completa di champagne1Grande prova d'attori....ma niente di più. piuttosto monotono.....lo Spielberg che conoscevo io emozionava.....qui è solo cronaca....basta un telegiornale.
commento di ripley2001The Post è un inno alla libertà di stampa, di pensiero, di conoscenza, soprattutto quando in contrasto con gli organi di potere, quindi sovversiva.
leggi la recensione completa di MalpasoVado controcorrente e, come accaduto per il Ponte delle spie, esco dal cinema insoddisfatto. Grandi prove attoriali, qualche momento di intensità ma nel complesso trovo il film piuttosto piatto. Però, viste le osservazioni del pubblico e della critica, devo essermi perso qualcosa.
commento di Arpo05basta leggere i seguenti cognomi SPIELBERG - HANKS - STREEP per aver detto già tutto. Qui mia recensione https://andrealeonettidivagno.com/2018/02/04/the-post-spielberg-hanks-streep/
commento di registandreSembra ovvio consigliare la visione del film, che ha da insegnare molto anche oggi, a chi ha a cuore la democrazia, fermo restando che l’utilità di questo lavoro non lo colloca automaticamente fra le cose migliori di questo grande regista.
leggi la recensione completa di laulillaRiesumando l’impegno civile del cinema americano anni ’70, Steven Spielberg espone una nuova "lectio magistralis" su cinema, etica e valori. Sovrappone temi di ieri alle urgenze attuali, con un’esecuzione precisa e idee chiare. Inutile aggiungere che Meryl Streep e Tom Hanks sono un ulteriore fiore all’occhiello.
leggi la recensione completa di supadany