Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film
Bravo Yorgos Lanthimos. Non è facile che un regista europeo dalle tematiche e dal linguaggio fortemente anticonvenzionale riesca a lavorare ad Hollywood mantenendo inalterata la sua personalità e il suo peculiare modo di fare cinema. "La favorita" è un film che reca il suo marchio inconfondibile, pur essendo basato su uno script non firmato da lui, per la prima volta. E' un'opera lontana dal film in costume di tipo spettacolare, è una sorta di reinvenzione storica che guarda sicuramente al Kubrick di "Barry Lyndon", un film che contiene volute infedeltà e licenze poetiche nel ritratto della regina Anna, un misto di dramma e commedia, con i dialoghi che spesso ricordano l'andamento scoppiettante delle commedie, anche se la sostanza è molto pessimista, amara, anche un po' cinica. La lotta per il potere e la manipolazione delle persone più fragili non fa sconti a nessuno, l'opportunismo e l'arrivismo regnano sovrani, la falsità dell'essere umano è un dato da cui non si può prescindere nell'analisi di un film come questo. E' un ritratto volutamente parziale perché, ad esempio, non appare mai il marito della regina Anna; a Lanthimos non interessa la ricostruzione storica di tipo scolastico, ma la cornice del Settecento gli serve per riprendere le sue costanti tematiche da un'angolazione differente. Formalmente la sua bravura si esprime in tante piccole invenzioni di regia, da una colonna sonora straniante al ricorso insistito all'obiettivo grandangolare con le sue deformazioni prospettiche che riportano alla mente quelle di maestri come Kubrick e Welles. L'interpretazione di Olivia Colman è stata giustamente lodata da tutti, con la sua sensibile e memorabile resa di una regina sull'orlo del collasso nervoso, ma anche Emma Stone e Rachel Weisz recitano con sicura padronanza dei propri mezzi espressivi, e i caratteristi sono diretti con un brio spesso ammirevole. Forse un po' superflue alcune scelte di regia come la scena al rallentatore con un nobile in versione adamitica che viene bersagliato in una vasca da bagno, ma per il resto si tratta di un film efficiente, stringato, forse leggermente più "commerciale" rispetto ad altre opere precedenti di Lanthimos, fra cui in questo momento mi sentirei di assegnare la palma della più riuscita e importante a "Kynodontas". Il suo successo di pubblico e critica è un segnale molto positivo e ci si augura che possa strappare anche qualche Oscar, per quanto sicuramente non è il tipico film che piace all'Academy.
voto 8/10
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