Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film
Film di Lanthimos storico, ma universale nel delineare il lato negativo dell'essere umano
Yorgos Lanthimos non tradisce la sua poetica: dopo "Kynodontas" "The Lobster" e "Il sacrificio del cervo sacro" continua la sua critica alla natura dell'essere umano, meschina, cattiva e disposta a tutto. Da conflitti di logos (discorso) ed epos (passato) passa a un conflitto di kratos (potere), ambientato nel XVIII secolo ma universale e attuale. Due donne, cugine (Weisz e Stone), si contendono il ruolo di "Favorita" della regina inglese Anna, malata ed esuberante, ma non il peggior personaggio. E' proprio quest'ultimo l'aspetto che più convince: l'attaccamento dello spettatore a quest'ultima è più forte, dato il suo passato, e nonostante non ci sia una vera e propria evoluzione del personaggio lo spettatore non si sente di condannarla. Al contrario, sono altre le vere "troie", tanto per rimanere nell'adorabile linguaggio colorito del film, ben gestito nei tempi comici (agrodolci ovviamente). Una sfida all'ultimo sangue sancita da capitoli, che hanno come titoli frasi insolite e situazionali, quasi a voler comunicare la pateticità delle protagoniste. Lanthimos utilizza uno stile accurato e molto raffinato, forte di "fish eye", grandangoli estremi che hanno diverse intenzionalità discorsive (corridoi destabilizzanti e stanze opprimenti) e riprese dei personaggi dal basso, quasi a voler comunicare la loro importanza. Sonoro molto curioso, in grado di donare tensione grazie al crescendo. Dialoghi pungenti ed efficaci nel loro intento di farci ridere dei vizi e delle schifezze umane, dall'abuso di potere della regina (vedi il povero servo valvola di sfogo) alla teatralità della Stone. Favoloso il finale, metafora delle classi sociali e della loro dipendenza l'uno dall'altra. Ben 10 nomination agli Oscar, insieme a "Roma", tra cui miglior film e regia. Spicca tra gli altri candidati per la sua vena anarchica e irriverente, di certo non politicamente corretta.
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