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La favorita

Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film

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La recensione su La favorita

di genoano
6 stelle

Euclide applicato al royal affair, una vicenda privata con implicazioni pubbliche. Amarissimo, fotografia alla Vermeer, cast OK; ma superficiale e assai limitato nei risvolti storici, bozzettistico in alcuni personaggi. Voto 6 e mezzo.

Lo sguardo grandangolare di Lanthimos ci mostra una reggia con una regina sofferente, una manipolatrice affezionata, una seduttrice cinica; un triello più che un triangolo, in cui ciascun elemento sfrutta l'altro per i propri fini (come nella politica, che entra subdolamente nella vicenda). Torna il tema di "Alps", esordio del regista: i rapporti umani come relazioni inautentiche in cui ciascuno recita un ruolo che non prevede alcun reale sentimento. Fotografia, ambientazione settecentesca, il tema del duello alla pistola più volte evocato e la rappresentazione disincantata dell'umanità richiamano "Barry Lyndon", in cui Kubrick ci immergeva nello spirito di un'epoca sospesa tra opulenza ed eleganza formali e miseria e violenza sostanziali, ci portava nelle sale dagli stucchi dorati come nella polvere del campo di battaglia; Lanthimos, invece, limita la vicenda alle quattro mura della reggia e al gossip, e non fa rivivere la storia. La farsesca comunità di cicisbei imparruccati danzanti british di "La favorita" non regge il confronto con un altro modello, "Ridicule" di Leconte, mirabile ritratto della corte francese come una classe (in teoria) dirigente fuori dalla realtà, inconsapevole di essere sull'orlo del baratro, dedita a una perenne festa sciocca piena di intrighi, beffe crudeli e malignità; causa stessa della propria fine. Molti aspetti della trama de "La favorita" richiamano il dramma-thriller "La voltapagine", e, risalendo ancora, il personaggio interpretato da Emma Stone potrebbe essere simile a quello di Terence Stamp in "Teorema"; visto il regista greco e il tema del triangolo, mettendo tutto insieme potremmo dire "La favorita ovvero il teorema di Euclide".

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