Regia di Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi, Paolo Cavara vedi scheda film
Oltre la politica, oltre il cinema, oltre il documentario, c'è Mondo cane.
Il cinema è sempre un tentativo di rappresentazione ed idealizzazione della realtà. Noi stessi viviamo in un mondo “cinematografico” (Matrix?), in una realtà che non è reale, ma è frutto di una manipolazione, di una mediazione, di una contraffazione. L’unico tipo di cinema che trascende la realtà cinematografica è il documentario. Ma il documentario, per sua natura, è un testo politico. Per superare il connotato politico del documentario occorre trascendere anche il documentario. Ovvero, occorre immergersi nel caos illogico della realtà.
Mondo cane è oltre la politica, oltre il cinema, oltre il documentario. Non intende presentare tesi, non pretende di essere edificante, non istruisce, non indottrina, non moraleggia, non condanna. Ci sono tante cose che non è. E quindi cosa è? E’ tutte le sue parti, è la tartaruga che va a morire nel deserto perché ha perso l’orientamento dopo la tragedia atomica, è la sfilata di sosia impomatati di Rodolfo Valentino, è il cane che piscia sulla tomba del cane che lo ha preceduto, è il pescatore che ficca a forza un riccio avvelenato nella bocca dello squalo per prendersi la sua vendetta, è la tardona che va alla palestra per dimagrire, è l’aborigeno che pensa che gli aeroplani siano messaggeri inviati dal regno dei Morti. E’ tutte le sue parti, ma non è una somma delle sue parti, perché proporre un’idea di realtà unitaria vorrebbe dire proporre un testo politico.
Si passa dal macabro al ridicolo, dal tragico al pungente, dal grottesco al commovente, con anche inattesi momenti di poesia formidabile.
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