Regia di Antonio Musu vedi scheda film
Pablito Calvo era da poco diventato celebre con il successo di Marcellino pane e vino, percui valeva la pena di battere il ferro ancora caldo: il produttore Luigi Rovere e gli sceneggiatori Antonio Musu (anche regista, peraltro di non particolare fama nè allora, nè in seguito), Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa e Diego Fabbri imbastiscono alla meglio una storiella simil-commovente in cui inserire qualche gag di Totò per equilibrare singhiozzi e sghignazzi. Il risultato è ovviamente bruttarello, nonostante qualche buona ospitata nel cast (Memmo Carotenuto, Fanfulla nei panni del personaggio antagonista di Totò). Un episodio minore anche nella filmografia del principe.
Un ladruncolo, scambiato per lo zio, prende sotto la sua protezione un orfanello. Ma arriva lo zio vero, che è spietato e obbliga il bambino a fare la carità; il piccolo scappa, ma sarà il finto zio a ritrovarlo.
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