Regia di Rupert Wyatt vedi scheda film
Opera straniante sottovalutatissima.
Extraterrestri invadono il pianeta terra instaurando un regime totalitario. Controllo assoluto , e, qualora serva , repressioni violente. Ma un focolaio di ribelli resiste, si annida nei vicoli più bui di Chicago e prepara l’insurrezione.
Straordinario film di Wyatt passato in sordina dalle nostre parti, regista che di rivoluzioni dal basso se ne intende e sa come filmarle (suo il reboot del Pianeta delle scimmie del 2011), che immagina una potente distopia non troppo lontana dalle moderne dittature. Il film è anti spettacolare, diciamolo subito: poca azione seppur ben fatta, tutta filmata con la frenesia della camera a mano che però non diventa vezzo, con fiotti di luce che squarciano il buio nel quale operano i ribelli. Una lunga e meticolosa operazione di sabotaggio viene descritta e messa in scena con una perizia impressionante, come fosse un azione militare, in un clima di vera paranoia. Ma non ci sono militari in scena, solo un grappolo di poveretti verso i quali si prova un sentimento straniante, combattuto, contrastato, come fossero dei moderni kamikaze per i quali non scatta empatia.
Questo è il punto: una società repressa e malata non ha più neanche la voglia di combattere, perché in fondo va bene anche così, e chi lo fa, chi resiste, è destinato all’incomprensione ed al fallimento.
Enorme John Goodman nei panni del capo dei corpi speciali, Vera Farmiga ornamentale.
Il sentimento reazionario serpeggia ad ogni inquadratura, è lì, sotto pelle, pronto a deflagrare scientemente. Se non avesse perso minuti preziosi nella prima mezz’ora penalizzando il ritmo, il film sarebbe stato ancora migliore; resta un opera potente , la cui carica altamente esplosiva mette i brividi.
Da maneggiare con cautela!!
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