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Prima dell'alba

Regia di Richard Linklater vedi scheda film

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EightAndHalf

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La recensione su Prima dell'alba

di EightAndHalf
8 stelle

La vita ridotta a una notte, un incrocio fortuito in una dimensione diversa, un nuovo percorso per la vittoria del sentimento e della vitalità, rispetto a un prevedibile scontro con la verità. Before Sunrise è stato decisamente sottovalutato, infangato da accuse di piattezza, ridondanza, o forse, magari, banalità, ma Linklater ha creato un piccolo gioiello che avrebbe dovuto fare epoca ma è stato, dai più, incompreso, schiacciato all'interno di un genere, tacciato forse per la sua assenza di spettacolarità, per alcuni "senza tocco di grazia". Ma così come fra Jesse (Hawke) e Celine (Delpy) scocca il colpo di fulmine, allo stesso modo noi ci innamoriamo di loro, li seguiamo in un percorso che è sentimentale, esistenziale e sociale allo stesso tempo, un percorso in cui hanno tutto il tempo di rivedere sé stessi e l'ambiente che li circonda, e che, nonostante tutto, riesce a non assorbirli nel tutto, come in un dipinto di Seurat. O forse questo succede, ma non perché vengono privati del sogno, ma perché saranno per la vita parte fondante di esso "insieme" allo sfondo, una magica Vienna mai cartolinesca ma leggiadra e romantica. Jesse è un uomo legato al presente, deluso dalla vita, dalla famiglia e dalle donne, e che non è disposto a sognare, o almeno non è disposto ad accettare le bugie, i compromessi, e vuole solo "non farsi prendere per i fondelli". Celina è una donna nevrotica ma sognatrice, che ha vissuto fin troppo e, seppur non fidandosi delle religioni, crede di poter sperare nella magia che lega gli esseri umani gli uni agli altri, anche se la realtà le ha sempre spezzato questa magia. Con un simbolismo, dunque, che non si impone ma lentamente si rivela, Before Sunrise esplode straordinario nella sua piccolezza e umiltà, film con il semplice intento di raccontare una storia d'amore e l'ambiziosa volontà di farci entrare in contatto con la vita nella sua dimensione più vitale, quando ci si scorda di vivere. Vienna è una dimensione altra, fuori dal reale, non per i suoi tramonti o per le musiche che "pariginescamente" percorrono l'aere dei vialetti pubblici ma intimi, ma perché è distante, lontana, nella cultura e nelle tradizioni, nella lingua, soprattutto, che loro capiscono poco e niente ma che abolisce le loro esistenze, distrugge la vecchia concezione di essere uguale apparire per esibire loro stessi "senza loro stessi", come Jesse che riflette sull'ossessiva presenza della sua coscienza durante la sua vita. Quella serata non esiste, è transitoria, vive di momenti eterni, fotografati mentalmente (e mai realmente), ma inesistenti e privi di consistenza materiale. E' tutto fatto di polvere di stelle, in un percorso che ricalca l'esistenza umana, dall'infanzia credulona con la Chiromante, dall'illusione dell'arte del Poeta-Barbone, fino alla sensuale e carnale Danza della Nascita, fino alla morte nella Stazione dei Treni. La vita si concentrerà in quella notte, e non solo perché hanno scoperto l'amore, ma perché hanno saputo "condividere", vivere un'illusione relazionale, conoscere l'altro, provare come l'altro l'importanza del momento. Le vite passate e future scorrono nella memoria, ma si azzerano nel momento in cui le si raccontano, e non fanno sentire il loro meccanico pulsare. I discorsi tra Jesse e Celine rimangono sigillati nelle menti, perché trattano dei massimi sistemi con la dolcezza di chi innamorato non vive solo la parte "smielata", ma vive anche la parte divertente e realmente amichevole del rapporto d'amore/d'amicizia/d'intesa umana. E' un sogno "vero", datoci con un cinema esile e privo di pretese, se non quelle di allegerire e di dimostrare che la magia c'è, e sta tra le persone talora capaci talora incapaci di raccoglierla, un po' come l'apostrofo rosa fra le parole "T'amo". E' tutta una questione di intersezioni, di incontri, di desideri di baci, di purezza che la vita e la concezione che di noi stessi hanno gli altri non ci permette. Conosciamo Jesse e Celine ma non li conosciamo. Sappiamo tutto di loro ma non sappiamo nulla. Li vediamo dirsi quello che provano senza troppi problemi perché le reticenze sono inutili e fanno perdere tempo, li vediamo guardarsi impacciati mentre cercano di scambiarsi un bacio, li vediamo accettare la realtà anche se è venuta a coincidere anche solo con un momento, con una notte, prima che il sole sorgesse.
Sappiamo che si rivedranno, e la storia continuerà, in Before Sunset Before Midnight, ma questo primo capitolo è il capolavoro, che fa ridere e fa commuovere, uno dei pochi film sentimentali degli ultimi venti anni capace di parlare allo spettatore senza musiche messe al momento giusto o personaggi che decidono di amarsi così tanto per, perché "il vero innamoramento passa attraverso la conoscenza". Difficilmente ci si è affezionati così tanto a dei personaggi, e difficilmente, allo stesso tempo, non li si è colti pienamente, perché scompaiono nelle rotaie dei sogni.
Non è esagerato dire che questo film è un piccolo gioiello. Non è un capolavoro, certo, perché (forse) avrà i suoi limiti, magari nella verbosità (non è possibile), magari nell'eccessivo simbolismo (se ne può anche fare a meno), o magari non ce ne frega niente e lo viviamo e basta.

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