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Magi

Regia di Hasan Karacadag vedi scheda film

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La recensione su Magi

di Xoanon
7 stelle

Un peculiare horror turco su magia nera e possessione, di Hasan Karacadag, da noi pressoché sconosciuto. Nonostante vanti un certo cast (su tutti Michael Madsen, Stephen Baldwin, Brianne Davis) è passato quasi inosservato. E' invece interessante la visione di questa tematica in chiave medio-orientale, con un contesto che lo differenzia dal solito.

Fino a poco tempo fa non avevo mai sentito parlare di questo film ed ho trovato ben poche recensioni in italiano. Non è facile parlarne senza svelare niente, ma mi sembra un’opera interessante da presentare.

Una pellicola non breve, specialmente per un horror, con le sue oltre due ore (132') di durata, che è raro trovare in questo genere. 

La trama è principalmente incentrata su occultismo, magia nera e possessione, argomenti ormai ben sviscerati dal cinema occidentale: quello che rende diverso a mio parere questo film è infatti soprattutto la provenienza dalla Turchia, che ci dà un’altra prospettiva rispetto al solito. Satanismo (come detto coniugato nella cultura locale) ed esorcismo sono circondati da un immaginario non esattamente aderente a quello che siamo abituati a vedere.

Nonostante la lunghezza la storia non è particolarmente complessa ma va seguita con una certa attenzione, io alcuni dettagli  e alcuni passaggi li ho compresi in pieno alla seconda visione, probabilmente anche appunto per la descrizione di rituali e creature soprannaturali a noi non familiari (una minima conoscenza dell’occulto aiuta a godersi meglio il film, ma non è necessaria e comunque lo spettatore medio di genere ha tutti i mezzi).

In breve, Olivia Watkins, una giornalista americana, si reca ad Istanbul a trovare la sorella Marla che vive lì da qualche tempo e fa l'insegnante di inglese. Sin dalla prima serata insieme Olivia si accorge che c'è qualcosa di strano intorno alla sorella, e quando a quest'ultima capita qualcosa di decisamente agghiacciante decide di restare nel paese per indagare e scoprire in cosa Marla è coinvolta. Si ritroverà così invischiata in una storia di magia nera e satanismo, con la figura del diavolo e la sua corte di entità malvage che emergono sempre più dalle ombre. 

Non è semplice tenere l'attenzione desta e la tensione costante per più di due ore, infatti il film soffre fisiologicamente di alti e bassi, e si evolve chiamando in causa tutto l'immaginario esoterico in chiave medio-orientale. Il diavolo qui si chiama Djinn, il Genio che non ha niente a che vedere con quello della lampada che noi conosciamo ma che è invece è una sorta di spirito malvagio molto potente; nel corso della visione scopriamo cosa è il Magi del titolo. Gli snodi della trama ruotano attorno alla lenta scoperta del soprannaturale che permea la città di Istanbul come una cappa, attraverso personaggi misteriosi e rituali blasfemi. A volte viene intrapresa una direzione che poi cambia conducendoci a risvolti inaspettati, anche se i colpi di scena veri e propri sono un paio. Per esempio, senza dire troppo, il film inizia con una registrazione risalente alla seconda guerra mondiale e subito dopo ci mostra alcuni uomini compiere un esorcismo in una vecchia sala sotterranea: questi elementi sono del tutto accantonati per almeno metà film per poi ricomparire collegandosi agli altri fili conduttori della trama e solo allora ne comprendiamo la presenza ed il senso.

I punti di forza principali sono ambientazione e atmosfera. La storia si sviluppa in una Istanbul ben raffigurata, una delle città “magiche” per eccellenza, sfondo ideale per una storia di questo tipo: la città è dipinta nelle sue sfumature più misteriose ed enigmatiche in maniera suggestiva. L'atmosfera è connotata da una fotografia che predilige colori scuri a sottolineare l'inquietudine degli eventi e l'ambiguità maligna dei personaggi, con un blu crepuscolare per gli esterni e colori più caldi per alcuni interni, che ricordano le vecchie raffigurazioni pittoriche della Costantinopoli medioevale. A questa atmosfera contribuisce molto la colonna sonora, a parte la musica intendo proprio i suoni ed i rumori, che sono a tratti da salto sulla sedia (a volte persino eccessivi, costringendomi ad abbassare momentaneamente il volume..).

La storia gioca più sulla progressiva costruzione dell’inquietudine che sulla paura, in un crescendo piuttosto riuscito sebbene la durata diluisca un po’ l’impatto della vicenda, talvolta disperdendo la potenziale suspense accumulata. Si tratta più di estetica dell’horror, ma con questo non voglio dire che la storia sia superficiale o banale, anzi ci sono alcuni buoni spunti ben congegnati e la storia è ben raccontata e approfondita. Come mi è capitato di dire per un altro film, gli ultimi trenta secondi non mi hanno del tutto convinto ma in questo caso svolgono un ruolo preciso nella conclusione della vicenda, dando una ulteriore lettura dell’intera storia.

Da notare che ci sono alcune scene piuttosto forti, ma non è uno splatter ed un appassionato del genere horror non dovrebbe trovarle eccessivamente disturbanti. Vista la notevole durata mi sento di consigliarlo solo appunto agli amanti dell’horror; a chi in particolare piace il genere occultismo – magia nera – possessione, le tre basi di cui ho parlato, la pellicola dovrebbe risultare interessante e certamente da vedere.

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