Regia di Vittorio Salerno vedi scheda film
Vittorio Salerno ci racconta la differenza tra classi ma lo fa in un modo originale e appassionante. Sceglie il genere poliziesco e in particolare l’inchiesta sul’omicidio di una prostituta. Omicidio che ci viene mostrato subito con la ferocia e la violenza del caso con il bastone che si schianta sulla schiena della povera ragazza di vita.
Da qui in poi sarà un continuo confronto tra lo stimato professore maniaco e il povero impiegato timido e pauroso, in un crescendo di situazioni contrarie all’innocente un po’ per sfortuna un po’ per il vantaggio della posizione sociale.
Enrico Maria Salerno nel ruolo del giornalista paladino non si impegna neanche troppo in un ruolo mal costruito ed eccessivo.
Il problema del film è che se ha anche un buon ritmo e ottime idee perde nell’intreccio e proprio nel personaggio di Salerno, troppo forzato e comunque chiave per la storia.
Bella la canzone cantata dai Nomadi e scritta da Riz Ortolani anche se viene ripetuta fino alla noia.
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