Regia di Alessandro Gassman vedi scheda film
Un anziano scrittore italiano vince il Nobel. Dovendo recarsi a Stoccolma, terrorizzato dall’aereo, decide di intraprendere un lungo viaggio in auto con i due figli e il suo assistente personale.
Si può girare un remake de Il posto delle fragole, ma in chiave comica? Da questa ipotesi apparentemente assurda prende le mosse l’opera seconda come regista di Alessandro Gassman, a quattro anni di distanza dall’esordio con Razzabastarda (2012). Con una sceneggiatura dallo stesso Gassman scritta insieme a Valter Lupo e a Massimiliano Bruno, Il premio prova a ripercorrere con ironia la vita di uno scrittore ormai ottuagenario attraverso un’avventura on the road durante la quale, chiaramente, succede di tutto tranne che ciò che pare prevedibile. Finalmente un bel ruolo da protagonista per Gigi Proietti, da troppo tempo confinato in parti marginali nel nostro cinema, qui affiancato tra gli altri dallo stesso regista, da Rocco Papaleo e da Anna Foglietta, con una particina riservata anche a Erica Blanc. La discendenza ideale dal capolavoro di Bergman è fin troppo scoperta, tanto da essere esplicitata perfino nei dialoghi della pellicola; isolato nel debito contesto – una commedia italiana ormai stantia e incapace di grandi guizzi – e soppesati i fisiologici limiti – il budget è discreto, ma certo non straripante – Il premio è indubbiamente un lavoro riuscito. Qualcosa si sarebbe potuto sforbiciare qua e là, per migliorare ritmo e tenuta narrativa, ma d’altronde si sarebbe rischiato di scendere al di sotto dei 90 minuti o poco più che sono la durata del film. Bravo Gassman, che fece apprendistato dietro la macchina da presa con il padre per (titolo programmatico, da manifesto) Di padre in figlio, nel 1982, per attendere poi oltre trent’anni prima di sentirsi pronto a debuttare ‘in solitaria’. 5,5/10.
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