Regia di Mario Camerini vedi scheda film
Age, Scarpelli, Scola, Benvenuti, De Bernardi e Camerini: sceneggiatura 'grandi firme'. E un regista che è una garanzia, per giunta. Il cast non è straordinario, ma i nomi sfoggiati sono di tutto rispetto: Carla Gravina, Carlo Giuffrè, Mario Carotenuto, Mario Pisu, una giovanissima Paola Quattrini e altri ancora, di minor rilievo (in una particina c'è anche Mario Girotti, futuro Terence Hill). Senza tralasciare la fotografia (un bianco e nero metropolitano) di Tonino Delli Colli. Eppure il risultato finale lascia un bel po' a desiderare: questo Primo amore non ha nulla di più di una qualsiasi commediola del filone neorealista rosa che in quegli anni imperversava, scopiazzando i successi di Poveri ma belli (questo è il caso) oppure Pane, amore e fantasia (dall'ambientazione rurale, ma sostanzialmente identico in quanto a contenuti). L'ingenuità della storie fa sorridere a mezzo secolo di distanza dall'uscita del film, ma la stessa cosa poteva dirsi già soltanto una manciata d'anni dopo: questo tipo di cinema era prossimo alla sua fine, già sorpassato al momento dell'approdo in sala. Pellicola alimentare, ma scritta, diretta e recitata più che dignitosamente; mancano i contenuti, senza dubbio, ma la forma è pur sempre piacevole (in particolare, dovendo scegliere un episodio sugli altri, funziona bene la storia con protagonisti Geronimo Meynier e Carla Gravina, semiesordiente e impegnata in quegli stessi mesi ne I soliti ignoti). Da notare inoltre come la commedia italiana - anche per mano di questo nutrito e straordinario manipolo di sceneggiatori - stava virando verso il bozzettismo e il consequenziale film a episodi. 5/10.
Amori romani. Una studentessa svizzera che odia gli italiani finisce per fare coppia con un romano. Una ragazza si divide fra due spasimanti, all'insaputa l'uno dell'altro. Un ragazzo si innamora della madre della fidanzata del suo amico.
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