Regia di Hans Petter Moland vedi scheda film
“Un uomo tranquillo” è la copia carbone del film del 2014, che lo stesso Hans Petter Moland rifà con i soldi, lo spirito piatto e le fragili atmosfere del peggior cinema americano. Rimane tutto identico, nelle battute e nelle circostanze (dal che verrebbe già da chiedersi: perché questo rifacimento?), ma smorto, privo di interesse e ironia.
Se su “In ordine di sparizione” la carta vincente era la commistione tra ironia tagliente e dissacrante e umore tragico, anima pulp e indole squisitamente grottesca a far da sfondo, in questo film tutto ciò manca. Nulla più di un doppione fiacco, che anche svincolato dal confronto con l’originale non lascia alcuna traccia di sé dopo la visione. Inutile, con attori tristemente sprecati (penso soprattutto a Laura Dern).
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