Regia di Arnaud Desplechin vedi scheda film
Dramma 'leggero', questo mediometraggio con il quale Arnaud Desplechin esordisce alla regia. Anzi, nel finale c'è spazio perfino per la tragedia: eppure, anche se frutto del nervosismo, la prima reazione che accoglie la tragedia è una risata. Desplechin, anche sceneggiatore, è un autore profondo destinato a licenziare l'anno successivo il suo primo lungometraggio (La sentinelle); nella sua messa in scena scarna e claustrofobica (la maggior parte dell'azione è concentrata all'interno di un'abitazione), nella tensione dei rapporti fra famigliari e nel voler affrontare il dramma con i toni della normalità, della quotidianità, questo La vita dei morti somiglia un po', quantomeno negli intenti, a un lavoro bergmaniano. Anche l'uso rarefatto delle musiche va in questa direzione, senza dubbio. Presentato alla Semaine della critique a Cannes, è un buon biglietto da visita per Desplechin. 6/10.
Un ragazzo ha tentato il suicidio sparandosi in testa. E' in fin di vita all'ospedale, mentre i parenti e gli amici si riuniscono nella vicina villetta di famiglia.
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