Regia di Daniele Spadoni vedi scheda film
Due leggende, una del fumetto italiano e l'altra dei manga e degli anime giapponesi, Diaboiik e Lupin III si scontrano fra loro, per poi allearsi quando la faccenda si tinge di fantasy e horror e Eva e Fujiko cadono nelle mani dei cattivi di turno: una setta di fanatici. Un corto riuscito a metà, che sorride solo al ladro di Monkey Punch.
Il corto dove l'antieroe dei fumetti neri italiani, Diabolik e il ladro dei manga e anime giapponesi, Lupin III, s'incontrano, si scontrano e si alleano contro una setta di fantatici, giuidati da una donna chiamata sorella Irina, che ha rapito Eva Kant e Fujiko per risvegliare un demone in armatura. Si abbandona il realismo dei colpi sensazionali per un'avventura fantasy/horror simile a quelle della seconda serie di Lupin. Tutto è ben raccontato e ben filmato (c'è una fotografia con colori sfuocati adeguata), anche se Diabolik non è adatto per trame del genere. Il rapimento delle due donne dei protagonisti è un classico delle loro storie, ma è un cliché che annoia non poco, perché Eva Kant e Fujiko si meriterebbero una storia a parte. Insomma, una grande idea, ma che, alla fin fine, rende solo giustizia al Lupin della seconda serie anime che combatte demini, streghe, zombi, vampiri e mostri (gli episodi in giacca rossa che mi piacciono di meno), mentre Diabolik se ne sta in disparte, sfottendo l'allegria del rivale. Una grande idea, ripeto, perché se questo non fosse un corto, ma un film regolare, avrebbero spazio il grosso colpo che metterebbe Lupin III e Diaboilik a rivaleggiare davvero nel loro campo: il furto e anche gli ispettori Ginko e Zenigata, qui assenti perché il loro ruolo risulterebbe marginale come marginali qui risultano essere Jigen e Goemon, che fanno dei camei mordi e fuggi. Tanto noiosa è la perfetta relazione fra Diabolik e Eva Kant, quanto perfetti risultano essere i battibecchi fra Lupin e Fujiko, perché almeno lei lo tradisce e se ne sta per conto suo, anziché essere fedele come una complice, ma anche quasi come una moglie devota. Esperimento riuscito a metà, quindi, che chissà se avrà seguito, ma ne dubito.
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