Regia di Paul Schrader vedi scheda film
The Last Tentation of Reverend Ernst Toller (Full Clog Destroyer), ovvero: le Journal d’un Calviniste de Campagne (Inverare Bernanos).
Robert Bresson. Ora Pro Nobis. Kelly Reichardt. Ora Pro Nobis. Carl Theodor Dreyer. Ora Pro Nobis. Paul Thomas Anderson. Ora Pro Nobis. Ingmar Bergman. Ora Pro Nobis. Andrej Tarkovskij. Ora Pro Nobis. Gus Van Sant. Ora Pro Nobis. Werner Herzog. Ora Pro Nobis. Bruno Dumont. Ora Pro Nobis. Todd Solondz. Ora Pro Nobis. Michael Haneke. Ora Pro Nobis. Carlos Reygadas. Ora Pro Nobis. Ulrich Seidl. Ora Pro Nobis. Yorgos Lanthimos. Ora Pro Nobis. Abel Ferrara. Ora Pro Nobis. Lars von Trier. Ora Pro Nobis. Godfrey Reggio. Ora Pro Nobis. Paul Schrader. Ora Pro Nobis. David Chase. Ora Pro Nobis.
(Manca Ozu, forse. Ma non l'ouzo.)
L’armatura imbottita del soldato di dio (“il prete di una chiesa turistica che nessuno frequenta”, figlio di un soldato e padre di un caduto su suolo iraqeno, divorziato e alcolista di conseguenza, e con un cancro in fase terminale taciuto agli altri e, perciò, in parte a sé stesso), lanciata a bomba contro l’ingiustizia dei sovrani, delle autorità e delle potenze, e disinnescata dal caso, dall’ostinazione e dall’amore, è sostituita dalla cinabro-scintillante sindone (apparsa grazie all'improvvisato paolabinettico cilicio fai da te di filo spinato) di mortificante sangue penitenziale (accompagnata da una doppia dose di disgorgante rimasta imbevuta e finita col far compagnia al whisky versato sull'assito in legno del pavimento della canonica) che, nuovamente grazie al reiterarsi parossistico del caso e dell’amore, perpetra - in vece di morte immediata - temporanea salvezza (declinata al potenziale infinito).
"First Reformed", abitato anche da minute parvenze kubrickiane (il volo post-epifanica levitazione, in zona “Dr. Strangelove” e “2001”, il giro in auto notturno verso la fine, pienamente in territorio “Eyes Wide Shut”) e financo hitchcockiane (la ronde attorno al bacio immerso nel caldo bagliore della luce), l’ad oggi penultimo film -[prima del prossimo, scorsesiano “the Card Counter”, imminente partecipante - nonostante il mondo sia pieno di “pussyficati” - al concorso della 78ª Mostra Cinematografica di Venezia (assieme a Campion, Almodovar, Frammartino, Martone, Sorrentino, D’Innocenzo, Amirpour, Gyllenhaal…) e che potrebbe essere (oltre ad un corollario contemporaneo ad “Adam Resurrected”, così come questo lo è a quel capolavoro di “Affliction”) un romanzo di Walter Tevis scritto da James Ellroy, o viceversa, e dopo un lavoro post-produttivamente “distrutto” come “Dying of the Light” - il cui originale, “Dark”, è comunque reperibile - e un altro sperimentalmente “scoppiato” come “Dog Eat Dog”]- sceneggiato e diretto da Paul Schrader, è un lento, placido, costante tour de force d’immorale “redenzione” tanto fortuita (ehm… “provvidenziale”…) quanto costruita, “meritata”, giusta: vivere (per e con), e non uccidere (-si).
Un Ethan Hawke (“Explorers”, “Gattaca”, “Before SunRise / SunSet / MidNight”, “Before the Devil Knows You're Dead”, “BoyHood”, “la Vérité”, “the Kid”) generosamente preciso e un’Amanda Seyfried (“Big Love”, “Chloe”, “Twin Peaks 3: the Return”, “While We're Young”, “Mank”) che irradia tepore al calor bianco costituiscono la “coppia” che genera il turbine irredento al Male.
Chiudono il cast le ottime prove di Philip Ettinger, Victoria Hill e Bill Hoag; mentre, se Cedric the Entertainer delinea una figura respingente (più Don Abbondio che Don Rodrigo), è Michael Gaston (Burt Peterson in “Mad Men”) a restituire intatta e percussiva tutta la Violenza del Potere all’opera.
"First Reformed", organizzato attraverso piani sequenza, totali o parziali, per lo più realizzati a camera fissa, ma con alcuni momenti in cui il quadro compie perentori, ma non gratuiti, gesti (zoom, carrellate, retroproiezioni, etc…) di significante evasione poetico-espositiva, filmati in 4:3 dalla cinepresa di Alexander Dynan e montati da Benjamin Rodriguez (entrambi hanno esordito sul grande schermo proprio col regista di “HardCore” e “Mishima”, l’uno per “Dog Eat Dog” e l’altro per “Dying of the Light / Dark”, e da allora fanno parte costantemente del cast tecnico-artistico), e musicato dal dark ambient post-industrial di LustMord (Brian Williams), è l’Ennesima Conferma che l’autore di Gran Rapids, classe 1946, deflagra il presente per ricostruire un futuro possibile: un Taxi Driver da fermo.
Conservare & preservare è pro-creare. E speranza è l’anagramma di disperazione. E disperanza può anche essere una doppia speranza se, infrangendo le regole della grammatica, così come quelle ecclesiastiche (ma “non” cristologiche…), s’intende il prefisso “di” non come derivato dal latino “de”, con valore negativo-sottrattivo, ma dal greco “dis” (duplice).
È un film che infine cade luminoso in un avvolgente abbraccio di bianco lucore, "First Reformed", così come balenando terminava, pacificato e salvifico, "Bringing Out the Dead".
The Last Tentation of Reverend Ernst Toller (Full Clog Destroyer), ovvero: le Journal d’un Calviniste de Campagne (Inverare Bernanos).
* * * * (¼)
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• Postilla (due florilegi).
“Opera per suggestioni e marcature letterarie, coniuga il Verbo e contempla il Sacro, agisce in sottrazione, trasfigura personaggi in maschere simboliche e al contempo maledettamente concrete, si libra tra incontrovertibili osservazioni universali ed emblematiche sospensioni oniriche per raccontare lo stato putrefacente delle cose.” - @M Valdemar [****]
“...un flusso di coscienza che passa […] dalla crisi della vocazione alla vocazione al martirio…” - @maurizio73 [**]
“…opporre la dialettica del coraggio a quella dello sconforto…” - @hallorann [****½]
“…E forse il mondo non si concluderà con un tonfo [cit., sic! - In originale (T.S.Eliot - “the Hollow Man (V)” - 1925) “bang”: botto, esplosione, schianto; NdR] ma in un abbraccio.” - @labbro [****]
“…un film lucido e quasi spietato nel disbrigo della sua dinamica di evoluzione verso una tragedia che matura veloce e inflessibile…” - @alan smithee [****]
“…il balsamico fuoco di un bicchiere di scotch che […] avvicina [...] a Dio più di qualunque sermone…” - @obyone [****]
[Sarà che lavorare 4 settimane ad agosto, 6 giorni su sette, 8 ore al giorno, oltre ad essere da molti PdV un privilegio (ma anche no, eh…), è anche un’ottima scusa, verso me stesso, per poter saccheggiare - senza spostarsi troppo in cerca di fate morgane, spietati, segnicinema, filmcritiche, ciottasilvestri, uzaki, sentieri selvaggi - in tutta buona coscienza i finitimi co-utenti di filmtv.it (i brevissimi stralci sono da intendere come positivi verso il film, anche quando non lo sono), in modo da spremere di meno il povero gulliver sfinito.]
E/O sarà che Paul Schrader m’ispira collage e mash-up: //www.filmtv.it/playlist/50864/the-©anyons/una-opinione/
• Addenda.
Neil Young: "Who's Gonna Stand Up (and Save the Earth)?" (da "StoryTone", 2014).
"Starve the takers / And feed the givers!" ("Alla fame chi prende / Cibo a chi dà!")
• Post Scriptum.
Due playlist dedicate in parte alla levitazione (e ai santi assassini che si librano su rucola e cicoria):
- //www.filmtv.it/playlist/50021/gravifotone/
- //www.filmtv.it/playlist/709043/libri-animati-2930-Coppia-di-Re/
Una pagina che tenta di rappresentare, in maniera “per forza” incompleta, la recente epidemia di film girati in formato 4:3 & 1.33:1 con un preciso intento stilistico/narrativo: //www.filmtv.it/film/171289/guava-island/recensioni/951635/
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