Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Il principio di FIRST REFORMED ricorda LUCI D’INVERNO: là era Jonas Persson (Max Von Sidow) l’uomo che incarnava una delle paure planetarie dell’uomo contemporaneo del tempo, la guerra atomica. Il pastore Tomas non riusciva a dissuaderlo da quella mania depressiva, da quel pensiero ossessivo. Allo stesso modo Michael, giovane attivista di Green Planet è ossessionato dai cambiamenti climatici, da una visione catastrofica del futuro per il figlio che porta in grembo la compagna Mary. Il reverendo Toller lo incontra su sollecito di quest’ultima e nel primo incontro/confronto egli cerca di opporre la dialettica del coraggio a quella dello sconforto. Il secondo confronto non ci sarà. Da quel momento Toller inizia il suo calvario: un diario a termine lo assiste al posto della preghiera; il tormento per un figlio ucciso in Iraq e il conseguente fallimento del matrimonio si materializzano in un male fisico; le celebrazioni per il 250° anno della Prima Chiesa Riformata, una chiesa per turisti legata ad una dottrina fintamente ottimista quale la Aboundant Life apriranno i suoi occhi sulle connivenze con una corporazione industriale locale complice del disastro ambientale. Il calvario sta per concludersi con un sacrificio estremo, una immolazione che avrà in Mary la redenzione.
Paul Schrader, ancora una volta, ci illumina d’immenso con le sue elucubrazioni trascendentali sull’hic et nunc, ma soprattutto sul domani che ci aspetta. I tempi spaventosi che stiamo vivendo, la fine della privacy e della comunicazione normale fanno capolino nei dialoghi. Attraverso le inquietudini di Cristo Toller (un ideale proseguimento e ricongiungimento con gli altri fratelli cinematografici della filmografia scritta e filmata da Schrader), del disagio esistenziale di Michael e Mary, la fedeltà ottusa di Esther (che ricorda la Marta bergmaniana del già citato LUCI D’INVERNO), il cinismo dei capitalisti che hanno vinto è l’amore che può salvarci e redimerci dai peccati del mondo. Ethan Hawke impersona alla perfezione il verbo di Schrader: dolente e maturo come non lo abbiamo mai visto.
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