Trama
Rike, giovane dottoressa europea, incarna un modello tipicamente occidentale di felicità e successo. Istruita, fiduciosa, determinata e impegnata, vive tutte le situazioni di emergenza che il suo lavoro le propone prima di concedersi una meritata vacanza a Gibilterra. Qui, ha in mente di realizzare il sogno di raggiungere da sola con la sua barca a vela l'Isola dell'Ascensione, nell'Oceano Atlantico. Il suo obiettivo però si infrange contro una realtà inaspettata: dopo una tempesta, si ritrova faccia a faccia con un'imbarcazione di rifugiati che necessitano del suo aiuto.
Approfondimento
STYX: IL MARE, CROCEVIA DI IMMIGRATI
Diretto da Wolfgang Fischer e sceneggiato dallo stesso con Ika Künzel, Styx racconta la storia di una donna che vede la sua vita cambiare durante quella che doveva essere una semplice vacanza. La donna si chiama Rike, ha una quarantina d'anni e lavora come medico dell'ambulanza a Colonia. Decisa a prendersi una meritata vacanza, parte in solitaria con la sua modernissima e attrezzatissima barca a vela da Gibilterra per raggiungere l'isola di Ascensione, un paradiso in terra in mezzo all'Oceano Atlantico. Nei momenti di bonaccia sfoglia un sontuoso volume illustrato che le mostra in anteprima quel che vedrà con i suoi occhi. Anche in situazioni estreme si sa destreggiare con grande perizia e neanche una tempesta di quelle forza 9 le fa perdere il controllo. Dopo una tempesta si trova non lontano da un battello alla deriva pieno di immigrati che hanno urgente bisogno di aiuto: solo un ragazzo, nuotando disperatamente, riesce ad aggrapparsi alla sua barca. Non dandosi per vinta, Rike manda diverse richieste di soccorso ma la guardia costiera le ordina di non immischiarsi perché non ha i mezzi per essere d'aiuto. Il suo senso di responsabilità però la tormenta: se ne andrà sapendo che delle persone perderanno la vita in mare?
Con la direzione della fotografia di Benedict Neuenfels, i costumi di Nicole Fischnaller e le musiche di Dirk von Lowtzow, Styx nasce dal desiderio del regista di raccontare cosa accade oggi nei nostri mari, come ha spiegato in occasione della presentazione del film al Festival di Berlino 2018: "Ogni giorno, sulle frontiere esterne dell'Europa, le persone muoiono mentre cercando la pace, tentando di salvarsi attraversando il mare per raggiungere il nostro continente. Queste persone, secondo una nostra ricerca, possono ancora contare su di un piccolo sostegno da parte di alcune istituzioni ufficiali, cosa confermata dai nostri colloqui con Sea Watch, Medici senza frontiere, Borderline Europe e Moas, tra le organizzazioni di aiuto non governative presenti.
Gli "incontri" in mezzo all'oceano tra imbarcazioni da diporto e barche piene di rifugiati sono un incubo molto discusso tra i marinai e le persone che lavorano in mare, perché stanno diventando sempre più comuni. Che cosa può succedere, dunque, se una velista, da sola sulla propria barca, si ritrova in questa situazione? Ispirato da eventi reali, Styx, nella finzione, cerca risposte a questa domanda, raccontando quanto gli interessi economici siano in competizione con i principi umanitari e di come l'indifferenza distrugga ogni speranza. Il film tratta di sogni individuali e gira attorno a questioni centrali sull'identità: chi siamo, chi vogliamo essere, chi dobbiamo essere?
Styx, il cui titolo richiama il mitologico fiume degli inferi (lo Stige), documenta, in maniera realistica, il viaggio da eroina della protagonista femminile. Rike trascorre metà del film da sola in alto mare, a bordo di uno yacht lungo undici metri. Di conseguenza, per la maggior parte del tempo, il dialogo gioca un ruolo marginale. Invece, i suoni in condizioni di natura estrema si rivelano fondamentali. La maggior parte del film è stata girata in condizioni di vita reale, in mare aperto. Il set era limitato, il suono e i rumori sono genuini e la cinepresa è interamente concentrata sulla protagonista femminile. Solo all'inizio e alla fine, la sua posizione è contestualizzata. Nella seconda metà del film, una confusione di lingue integra il rumore di fondo costante. Nei punti di svolta del film, invece, c'è completo silenzio".
Il cast
A dirigere Styx è Wolfgang Fischer, regista e sceneggiatore austriaco. Nato a Vienna nel 1970, ha frequentato psicologia e Pittura all'università della capitale austriaca. Successivamente ha studiato cinema presso l’Accademia d’arte di Düsseldorf e all'Accademia di Media Arts (KHM) di Colonia. Oltre a diversi… Vedi tutto
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Commenti (7) vedi tutti
Soccorsi ufficiali che non arrivano, e i migranti muoiono. I soccorritori diventano indagati. Invece chi é in pericolo va salvato. Subito. Così dice la legge del mare. Poi a terra si fanno tutti gli altri discorsi. Grande film.
commento di DelfinoDelfinoCome ci si comporta di fronte alla tragedia ?
leggi la recensione completa di daniele64Una donna fa una crociera in solitaria lungo la costa africana.
leggi la recensione completa di OsmantusUna dottoressa sola sulla sua lussuosa barca, un barcone di migranti alla deriva e in grave pericolo. La dottoressa non ha dubbi su quello che deve fare. Ma uno qualsiasi di noi, come si sarebbe comportato ? Voto 5
leggi la recensione completa di filmistaLa solitudine dell'uomo (o della donna) occidentale e e la solitaria disperazione dei migranti del mare si incontrano a metà strada; lungo la rotta che inverte il cammino ancestrale della storia dell'uomo e segna il passo ineluttabile della sua sconfitta morale.
commento di maurizio73"Styx" è un film che affonda i bisturi nelle contraddizioni sottaciute dell'occidente. Lo fa attraverso la scelta che Rike deve compiere : continuare indifferente il suo viaggio in barca a vela o fermarsi a soccorrere dei naufraghi ? Ritenere più giusto aiutare delle vite umane o considerare più utile aspettare che l'inevitabile si compia ?
commento di Peppe Comunestupisce il fatto che Fischer sia anche sceneggiatore. la cura da lui tenuta sul versante tecnico-registico latita in scrittura. dei quasi 90 minuti passati in mare soffermandosi su ogni singolo dettaglio, forse qualcuno in più a delineare meglio la figura della protagonista avrebbe giovato assai. film a tesi doveroso ma anche un tantino pedante.
commento di giovenosta