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Veronica

Regia di Carlos Algara, Alejandro Martinez-Beltran vedi scheda film

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La recensione su Veronica

di Furetto60
6 stelle

Horror non originale, ma costruito con maestria,buona la fotografia ,il montaggio serrato e le musiche inquietanti.Non male

Incipit del film, un ispettore di polizia raggiunge la casa da cui è arrivata una richiesta di aiuto e la ispeziona con i propri uomini. Trova una scia di sangue che finisce dietro una porta chiusa. Schermata nera. Compare la scritta. Questa storia è tratta dal rapporto di polizia compilato dall’ispettore incaricato del caso. La trama torna indietro a tre giorni prima della scena di apertura. Siamo nel quartiere popolare di Vallecas, a Madrid  nel 1991, Veronica ha 15 anni e vive con sua madre e tre fratelli in un appartamento, Il loro padre è morto di recente e la madre è sempre assente  presa dal lavoro, è proprietaria di un fast- food, lasciando a Veronica la responsabilità per i suoi fratelli più piccoli: le gemelle Lucia e Irene e Antonio. Vediamo scorrere le immagini di una routine familiare. Veronica sveglia il fratellino e le due sorelle per il solito giorno di scuola, la madre che ha fatto molto tardi la sera prima sta dormendo. Quel giorno è particolare perché ci sarà un’eclissi. Veronica, approfittando dell’assenza della scolaresca e degli insegnanti, che si sono recati sul terrazzo per seguire l’evento astronomico, d’intesa con due sue compagne di scuola, scende  nel seminterrato dell’edificio, per compiere una seduta spiritica, con la tavola Ouija, allo scopo di provare a comunicare con lo spirito del defunto padre. La tavoletta si anima, ma Rosa e Diana ritirano le loro dita quando la tazza di vetro che si muove tra le lettere, diventa bollente, Veronica non fa in tempo a toglierlo e al momento dell'eclissi, la tazza si frantuma, tagliandole il dito e facendo gocciolare il sangue sulla tavola La tavoletta si spezza in due, la ragazza prima ha delle convulsioni, sussurrando in successione rapida una data, poi sviene, condotta nell’infermeria della scuola, la dottoressa le diagnostica una provvisoria anemia, cosi la congeda suggerendole di mangiare carne rossa.  Tornata a casa, la protagonista comincia ad avvertire una presenza malefica, gli oggetti si spostano, avvengono inspiegabili e spiacevoli incidenti, chiede soccorso alla madre che non capisce, la biasima per le sue distrazioni, ed è preoccupata perché ritiene che la figlia soffra di allucinazioni, oltretutto dopo la fallimentare seduta spiritica, Rosa e Diana, le sue due amiche e compagne di scuola, iniziano a ignorarla. In Classe ascolta una lezione molto interessante : “Le leggende di Becquer iniziavano con un’introduzione che trasportava il lettore in un passato remoto. Un personaggio avvertiva il protagonista comunicandogli un divieto cui doveva attenersi, ma in seguito costui oltrepassava comunque il limite, subendo poi un terribile, meritato castigo.”. In preda ormai al terrore e sola rispetto a quello che le sta succedendo, torna nel seminterrato, a caccia di risposte, dove incontra la suora cieca della scuola che gli studenti chiamano "Sorella Morte” Veronica apprende da lei, che per allontanare lo spirito che incautamente ha invocato, deve concludere la seduta spiritica interrotta, solo che le amiche, che ormai hanno messo una pietra sopra quell’episodio non ne vogliono più sapere e allora ”obtorto collo” decide di organizzarla lo stesso con i fratelli, si scatena l’inferno, l’entità malevola cerca di portarle via i fratellini, ingannandoli, apparendo come il loro papà, lei si oppone con tutte le forze, ma  perde completamente  il controllo della situazione, disperata , chiede aiuto alla polizia che vi si reca d’urgenza. La trova agonizzante dopo che si è inflitta un taglio alla gola, portata in ospedale d’urgenza, muore poco dopo. Per quanto la trama non presenti particolari novità, lo spirito evocato superficialmente, quasi per gioco che perseguita i malcapitati è un classico,  posso assicurare a tutti gli appassionati di horror, che la pellicola anche se non originale, funziona. Il film è girato bene, il ritmo è incalzante, la tensione si taglia con il coltello, in una cornice disturbante, con delle musiche che ben si sposano, con il senso di straniamento, che si percepisce. “Veronica” può essere intesa come metafora del disagio adolescenziale, l’incarnazione delle ansie e delle turbe emotive di una giovane alle prese con la pubertà, nonostante la sua giovane età, già appesantita dalla responsabilità precoce verso la propria famiglia, poi le amicizie che improvvisamente e senza ragione si spezzano, la paura di sentirsi sola e lontana dalla vita sociale, la scuola religiosa molto austera, le aspettative della madre su di lei la logorano, a poco a poco, unendosi a paure dalle origini molto più radicate nel suo inconscio. Davanti alle sorprese non sempre piacevoli della sua vita, Veronica non ha un sistema familiare su cui fare affidamento per il supporto di cui ha bisogno. Nella realtà i tragici eventi che hanno travolto la famiglia Gutierrez nel 1991, cui è ispirata la storia, sono stati diversi ma non meno inquietanti. La protagonista era  Estefanía Gutierrez Lázaro, un’adolescente madrilena che viveva con la famiglia. Estefanía ha eseguito una seduta spiritica a scuola e la suora che l’ha sorpresa nel mezzo dell’evocazione ha spezzato la tavoletta Ouija.  Da quel giorno, Estefanía cominciò a soffrire d’insonniaattacchi epilettici e allucinazioni, percependo delle strane presenze attorno a lei. I genitori preoccupati consultarono tanti medici senza venirne a capo. Durante un attacco particolarmente violento, Estefanía aggredì violentemente la sorellina, a seguire cadde in uno stato di profonda catalessi: nell’agosto dello stesso anno, il 1991, Estefanía morì in un ospedale di Madrid. L’autopsia non riuscì a spiegare il motivo del decesso. A un anno dalla morte di Estefanía, l’ispettore José Negri e i suoi collaboratori ricevettero una richiesta d’aiuto dalla famiglia e giunti sul posto, li trovarono tutti fuori di casa sotto la pioggia, terrorizzati. L’ispettore e gli agenti perlustrarono la casa e poi nel loro rapporto riferirono  di aver assistito a fatti inspiegabili. Nel 1993, a due anni della morte della giovane madrilena, la foto appesa in soggiorno che la ritraeva prese fuoco senza apparenti ragioni. Qualche tempo dopo, la madre di Estefanía vittima di attacchi d’ansia, instabile fu costretta a ricorrere a cure psichiatriche. Com’è sottolineato nel film, è stata l’unica volta in cui dei membri del corpo di polizia sono stati testimoni oculari di qualche evento paranormale, ed è tutto scritto in modo ufficiale in un verbale. Personalmente, rispetto a questi accadimenti che vengono poi puntualmente trasferiti in  film horror, mantengo un sano scetticismo, tuttavia devo ammettere, che questo suscita qualche brivido. Scritto e diretto da Paco piazza, autore del fortunato franchise "REC".

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