Regia di Sergio Staino vedi scheda film
Sarà che sono uomo del sud, che la cultura romantica mi ha sempre affascinato, ma proprio l'ambientazione meridionale ottocentesca, la passione del protagonista per Goethe, l'accenno ai primi moti egalitari, il tutto mischiato in salsa di commedia hanno fatto sì che questo film mi catturasse. Giusta l'idea di coinvolgere nelle diatribe filosofiche un filoso vero (Giacomo Marramao, qui nei panni di un prete reazionario), da antologia l'austriaco modenese interpretato da Bonvi, un po' fiacca per contro la verve di Riondino ed Hendel, che altrove hanno dato prova di saper trascinare di più. Ma poco importa. Il cuore del film è nel paesaggio (un sud incontaminato, selvaggio negli scenari così come negli animi dei nativi), nelle tradizioni che giustificano (ancora oggi) i pregiudizi sul meridione ma che nel film riescono a strappare più di un sorriso (divertentissimo il leit-motiv dell'imparare a nitrire come un cavallo per consumare quell'adulterio deprecato, ma ricercato, dalla moglie del maresciallo). Insomma, si sarà ormai capito che a mio parere il film vale senz'altro una visione!
Una delle cose migliori del film, molto bella la canzone sui titoli di testa di Eugenio Bennato.
Un gradino sopra quella dell'altro coprimario, complice anche il fatto di essere, sotto sotto, lui il vero protagonista.
Forse il lato romantico del suo personaggio lo frena non poco, ma i tentativi di sfuggire alle avance della sua promessa sposa gli danno l'occasione di creare sipari comici riusciti.
Riuscitissima nel ruolo di Carola, bruttina stagionata ma promessa sposa del toscano Ottavio, figlia viziata ma straziata dall'amore non corrisposto del suo promesso.
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