Regia di Cecil B. DeMille vedi scheda film
Grande film western d’altri tempi, con tutti i pregi e i difetti del genere. Cecil B. DeMille racconta da par suo l’epopea della costruzione della ferrovia che, subito dopo la Guerra di Secessione, consentì di collegare la costa orientale degli Stati Uniti a quella occidentale. La ricostruzione dei vari scenari in cui si svolse l’epica vicenda hanno un valore quasi documentaristico, che si tratti della posa dei binari, delle effimere cittadine sorte lungo i cantieri in perpetuo movimento, della vita di operai, famiglie o trafficanti di vario genere. Lo spettacolo è garantito dalle solite ma bellisime cavalcate di cowboys, indiani e soldati, dai deragliamenti, gli inseguimenti, le esplosioni. E’ evidente che di questo film fece tesoro Sergio Leone quando girò “C’era una volta il West”, che resta per me il suo capolavoro. Qui, non si va per mezze misure. La grande America sta realizzando un’opera grandiosa e la cosa importante è questa. Poi, per carità, gli Indiani sono selvaggi, i buoni sono buoni e i cattivi sono cattivi, la storia d’amore ha il suo inevitabile lieto fine. Inutile cercare realismo o analisi storiche in un grosso film western del 1939. Merita comunque la visione per chi ama il genere. Ultima annotazione: la stupenda Barbara Stanwyck è il primo nome ad apparire nei titoli di testa, come avverrà 30 dopo anni con Claudia Cardinale nel succitato fim di Sergio Leone. Nessuna delle due sono le vere e proprie protagoniste, ma la loro carismatica presenza illumina l’intero film.
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