Regia di Giorgio Bianchi vedi scheda film
Non gridiamo al miracolo, assolutamente, ma senz'altro si discosta non poco dalla produzione di quegli anni, troppo facilotta. Qui c'e' una regia che riesce ad appiattire, ma l'idea di base era ottima.Fra gli scenggiatori abbiamo Marotta e Veltroni (padre!), e si basavano sulla comicita' lunare, quasi chapliniana di Rascel, un attore a cui il cinema non ha dato tanto, forse per colpa di questa sua vena non troppo capita, e ne abbiamo una conferma in pieno nel Il Cappotto.La regia e' riuscita a banalizzare un po' il film, specialmente nel finale. Abbiamo inoltre molti professionisti che si faranno strada, come Bava alla fotografia e Capitani all'organizzazione..Il tiolo sarebbe stato da evitare!
La trama e' semplice: una ragazza tenta il suicidio e viene salvata da Teodoro, uomo semplice e naif, che vie con il fratello che o sfrutta. La ragazza aveva tentato il suicidio a causa di una beffa della giustizia che ha messo il suo ragazzo in carcere. Il rapporto fra i due si fa molto affettuoso, ma da parte di lei per una grande amicizia e riconoscenza, ma invece lui se ne e' innamorato. Teodoro riuscira' a salvare la situazione della ragazza, ma rimarra' solo, perche' giustamente lei ama il suo ragazzo, pur volendo molto bene al suo benefattore.
Piccolo ruolo di fidanzato geloso
Il fratello cattivo, figura molto chapliniana che ha seguito con rigore
Partecipazione ottima, ha seguito la sua traccia nel ruolo e lo ha portato bene fino in fondo, un Lollo carina e poetica, ma snaturata da un doppiaggio inopportuno, la stessa voce della Bergman!! Una voce troppo matura per lei e per il suo ruolo, ma si sa all'epoca doppiavano anche i i gatti!
Bravo e corente con al sua comicita', peccato che per ragioni commerciali facilotte abbiano rovinato i suoi intenti.
Un mediocre regista che forse ha toccato il suo momento piu' alto in Toto' e Peppino divisi a Berlino, ma non per merit suo
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