Regia di Giorgio Bianchi vedi scheda film
Teodoro, ometto umile e modesto, salva la vita a Gina; la ragazza si era buttata nel Tevere per la vergogna dell'ingiusta accusa subita dal fidanzato. Teodoro aiuta anche lui.
La cosa che può oggi maggiormente sorprendere di questa modestissima pellicola in effetti in sè priva di sorprese è la lista - nutrita - di sceneggiatori, con nomi quali Giuseppe Marotta e Vittorio Veltroni in testa (ma ci sono anche Mario Brancacci, Franco Riganti e Augusto Borselli, da un soggetto di quest'ultimo, Marotta e Isa Mogherini); d'altronde all'epoca il cinema italiano era un'industria in decollo e l'usanza di riunire dei veri e propri team di sceneggiatura era all'ordine del giorno anche per prodottini simili, dalle ambizioni piuttosto limitate. Amor non ho! Però, però... è una commediola scritta attorno a Renato Rascel, e in ciò perfettamente funzionante, e affidata alla regia ormai esperta di un mestierante come Giorgio Bianchi, con alle spalle già un decennio di esperienza fra film leggeri, sentimentali, comici (nel 1951 sfornerà un tris di titoli, per capire i suoi ritmi di lavoro). Meno sorprendente, ma comunque interessante, è la partecipazione in veste di coprotagonista della diva in ascesa Gina Lollobrigida; nel resto del cast non mancano nomi di buona rilevanza come quelli di Aroldo Tieri, Franca Marzi, Luigi Pavese, Galeazzo Benti, Virgilio Riento; in una particina compare poi, accreditato in maniera errata sui titoli di testa, Riccardo (Raimondo) Vianello. Della fotografia si occupa Mario Bava, all'epoca considerato soltanto un buon professionista in questo ruolo, ma in seguito ben noto anche come regista: non tanto stranamente, avranno in seguito una discreta carriera dietro la macchina da presa anche il fotografo di scena (Osvaldo Civirani) e l'aiuto regista (Giorgio Capitani). Farsetta esile con finale dolceamaro, farcita di gag inserite alla meglio per valorizzare l'apporto del protagonista. 3/10.
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