Regia di Corrado Nuzzo, Maria Di Biase vedi scheda film
Commedia nostrana apprezzabile e diversa dalle solite ricche di stereotipi e demenzialità. Si distingue perché riesce a fare ridere senza mai rivelarsi frivola. Affronta con autoironia tematiche attuali, serie e importanti quali la depressione, il suicidio, il difficile rapporto tra genitori e figli, i dissesti famigliari, la vita dopo il carcere, la tossicodipendenza, la sindrome di Asperger e la voglia di ricominciare e di rimettersi in discussione.
È soprattutto un film che parla di seconde opportunità mescolando con garbo e tatto dramma e comicità su di uno sfondo sentimentalista.
La trama è scorrevole e discretamente sviluppata, con dialoghi sagaci e brillanti, una messa in scena gustosa e personaggi simpatici. Tante le sequenze che divertono suscitando anche tenerezza.
Viene esaltato il valore dell’amicizia, della famiglia e il ritrovamento dell’amore figli-genitori.
L’unico neo è il mancato approfondimento di alcuni fatti e situazioni che rimangono oscuri.
Simpatico il finale, tiene con il fiato sospeso per qualche momento, sorprendendo e intrattenendo perfino durante i titoli di coda.
Buono il cast scelto. Corrado Nuzzo e Maria Di Biase, che fanno coppia anche nella vita reale, sono degli ottimi mattatori e insieme riescono a fare scintille.
Si lasciano notare anche Vincenzo Salemme e Ambra Angiolini in dei camei.
Un’opera in definitiva godibile e accattivante.
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