Regia di Nunnally Johnson vedi scheda film
Hollywood ama molto mettersi alla berlina e rappresentarsi senza pietà. Esempio eclatante? Viale del tramonto (“io sono sempre grande, è il cinema che è diventato piccolo” – dunque Hollywood, nell’accezione americanista del termine “cinema”, dato che Hollywood si crede(va) il Cinema). Ovviamente il film di Wilder non è accostabile a questa commediola melodrammatica, non più che di convenzionale ed onesta fattura. C’è solo un fil rouge che li lega – la critica alla società dello spettacolo, ma l’inevitabile coinvolgimento in essa da parte dei suoi smarriti abitanti, nient’altro. La confezione è discreta, ma non spicca mai il volo per tracciare un piccolo grande ritratto di epica povertà umana. Tra i due protagonisti c’è alchimia, e la regia si presta con brio alla discreta riuscita di questo film simpatico.
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