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Gli invasori spaziali

Regia di William Cameron Menzies vedi scheda film

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La recensione su Gli invasori spaziali

di alan smithee
7 stelle

WILLIAM CAMERON MENZIES - tra fantascienza e profezia

David, figlio di un brillante astronomo, e pure lui amante dei cieli e dei misteri che si annidano nello spazio infinito, scrutando alcune stelle durante una notte particolarmente stellata, nota un bagliore improvviso, a cui corrisponde la discesa di un misterioso oggetto non identificato, che si insinua poco distante da casa sua, oltre una avvallamento, sprofondando nella sabbia che si trova oltre una collinetta delimitata da una staccionata in legno.

Galvanizzato ma anche un po' spaventato, pieno di eccitazione, il ragazzo sveglia i genitori, che tuttavia lo tranquillizzano, minimizzando l'episodio ed adducendolo alla fervida fantasia del brillante ragazzino. Ma di mattino presto, quando il padre, di nascosto, si reca oltre la staccionata per verificare, succede qualcosa di misterioso.

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L'uomo torna a casa dimostrando una atipica apatia che lo trasforma in un individuo senza apparenti emozioni, se non una sdegnosa indifferenza. Il bimbo, prima ancora della madre, intuisce che qualcosa di irreversibile sta succedendo, e nota che, sul collo del padre, due segni simili a fori, sono spuntati senza spiegazione. In breve, una sorta di contagio finirà per rendere alla stregua di automi, ogni individuo venuto a contatto con la misteriosa entità che si cela addentro a quelle sabbie teatro dell'insolito e sottovalutato avvistamento. Per fortuna, dalla parte del ragazzino, si schierano una solerte dottoressa ed un giovane scienziato amico del padre del ragazzo. Insieme all'esercito, i tre riusciranno con mille difficoltà a sgominare l'implacabile, malvagio invasore, proveniente dal pianeta Marte.

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Classico intramontabile della fantascienza povera ma di grande impatto scenico, il film che, ai tempi, suscitò sinceri sentimenti di meraviglia, ora riesce a provocare medesimi scossoni emotivi, ma sotto forma di una sorta di tenerezza, oltre alla curiosità e al piacere che si prova nel sentire parlare, in epoca ben precedente alla gloriosa missione lunare, di future missioni dell'uomo sia sul satellite naturale, che sui pianeti del Sistema solare.

William Cameron Menzies è sempre stato un amante dell'incognito e del futuro, e la sua visione dell'incognita temporale ha sempre suggestionato lo spettatore, riuscendo talvolta ad anticipare profetiche verità poi effettivamente portate a termine nei decenni successivi.

Il film, gradevolissimo, ingenuo ma appassionante, fu oggetto di un rispettoso remake da parte di Tobe Hooper, che in Invaders (from Mars) del 1986, tentò con un certo successo di rifarlo, mantenendo l'atmosfera da B-Movie che regna in questo magnifico capostipite.

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