Regia di William Cameron Menzies vedi scheda film
• Un bambino, figlio di uno scienziato dell’aeronautica americana, durante una notte tempestosa, vede un disco volante scendere dietro la collina di fronte a casa sua. Il mattino seguente, il padre, la madre, due poliziotti e una bambina, finiscono inghiottiti dalla stessa collina, e ne riemergono più malvagi di prima. Il bambino, sconvolto, correrà dalla polizia dove nessuno gli crederà, tranne che una dottoressa del carcere ed un astronomo, che indagando sull’accaduto scopriranno il disco volante sotterrato. Nel frattempo anche la polizia si mobiliterà sul luogo, insieme ad un folto esercito.
Il premio oscar William Cameron Menzies, per le migliori scenografie in “Via col vento”, fa de “Gli invasori spaziali”, un film splendidamente kitsch. La prima parte, scontatissima e banale non è quasi nemmeno degna di esser menzionata, la lezione di astronomia, il pomposo arrivo dell’esercito, tutte americanate didattiche; mentre la seconda, suggestiva e divertente, riesce a coinvolgere lo spettatore, la guerriglia sotterranea contro i marziani, l’ampolla con la testa dell’intelligenza, la fusione della grotta ridotta in bolle trasparenti, tutte scene quasi memorabili. Di conseguenza, il criptico film di Menzies, rimane nella storia del cinema di fantascienza anni ’50, per la sua ingenuità, rozzezza, pochezza, povertà, banalità, classicità e per quell’indimenticabile e grandioso velo rosa, di suggestione.
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