Regia di William Cameron Menzies vedi scheda film
Piccolo cult del cinema di fantascienza degli anni Cinquanta, diretto con maestria, passione e sense of wonder dal veterano William Cameron Menzies (che cura anche le pregevoli scenografie): nonostante il budget ridotto (doveva essere girato in 3D, ma il progetto venne abbandonato per mancanza di mezzi), è un'operina di squisito fascino visivo, che affronta un tema classico della science fiction dell'epoca (l'invasione aliena della Terra) dal punto di vista di un bambino, tra echi del maccartismo, mostri verdi, dischi volanti, effetti speciali retrò e qualche ingenuità. Essenziale negli sviluppi narrativi, scandito da un ritmo in crescendo che dona alla seconda parte del film una notevole efficacia drammaturgica e ammantato dalle calde tonalità della suggestiva fotografia di John F. Seitz, venne devastato dai produttori, che modificarono il finale della versione europea. Tobe Hooper ne girerà un pallido remake (Invaders) nel 1986.
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