Regia di Nando Cicero vedi scheda film
Parodia comica nostrana dei kung-fu films alla Bruce Lee, piena di luoghi comuni sui cinesi, che sembra scritta e diretta da un oste ciociaro. Franchi anche senza Ingrassia era comunque comico in qualsiasi farsa. Gli altri personaggi "cinesi" sono delle macchiette demenziali dai nomi da barzelletta: Kon Ki Lay, Lo Kon Te, Ke Kon Nuto...
L' improbabile siculo-cinese Franco detto "Fico d' India" (Franco Franchi) viene mandato a Roma dal Mandarino di Sicilia Don Vito per partecipare a un torneo di kung-fu (o kù fù?) per poter accedere a un importante impiego nella capitale. I suoi avversari sono gli allievi della palestra del maestro Lo Kon Te (Enzo Andronico) che hanno la brutta idea di infastidire i pochi clienti della trattoria borgatara cinese del brutto Ke Kon Nuto (Giancarlo Fusco) che reagisce buttandoli fuori a potenti testate grazie al suo parrucchino di ferro. Dopo il duro allenamento sotto la guida del vecchio maestro Kon Ki Lay (Gianni Agus) Franco potrà usare il potente colpo della "mano di travertino" ma sopratutto indossando il micidiale parrucchino sconfiggerà Attila, il campione della palestra di Lo Kon Te, in un ridicolo torneo di arti marziali svolto in un tendone da circo. Poi sgominerà (o meglio infarinerà) i "terribili tre samurai venuti da Milano". Dopo la sua grande vittoria Franco sposa la bella figlia di Ke Kon Nuto Unci Vuncia (Irina Maleva) e diventerà un vigile urbano della Capitale capace di sfasciare con le mani nude la Cinquecento bianca di un pirata della strada esaurito che prima lo aveva quasi messo sotto per la strada più di una volta, imprecando sempre contro di lui.
Parodia casereccia o meglio borgatara dei tanti o troppi film cinesi di arti marziali di Bruce Lee e molti imitatori vari che a quei tempi imperversavano sopratutto nei cinema di terza visione delle periferie urbane. Rispetto alla trama assurda della parodia con Franchi, quelle dei molto più seri film ispiratori non brillavano certamente per fantasia e spesso le loro semplici storie erano solo un pretesto per mostrare una serie di spettacolari combattimenti a mani nude fra il Bruce Lee di turno e i gruppi di allievi di discipline marziali giapponesi o delle bande di bulli da osteria prezzolati dall' antagonista, con dei combattimenti finali che spesso rasentavano quelli grotteschi dei film con Spencer e Hill. I film con Lee parodiati da Cicero e Franchi sono il primo della serie (“Dalla Cina con furore”) e “L’ urlo di Chen terrorizza anche l’ occidente” , quest’ ultimo ambientato a Roma come la parodia italiana uscita nello stesso periodo, anche se quella sembra piuttosto scritta e diretta da un oste ciociaro che da un cinese, nient' altro che una presa per i fondelli alla romana. Infatti nel film di Cicero si assiste a un repertorio inevitabile di vecchi luoghi comuni e stereotipi sui cinesi e gli orientali, sulle loro arti marziali, i loro nomi complicati e la loro ottima e raffinata cucina, con lunghi vermi vivi (in realtà anguille vive) serviti al "ristorante cinese" da un cameriere spastico-schizofrenico con il sottofondo delle atroci canzoncine "orientali" tutte uguali "cantate" o meglio miagolate dalla figlia del proprietario, una falsa bellezza orientale in realtà di origine bulgara.
L' atmosfera del film più che quella dei kung-fu movies ricorda l' ambiente semideserto di una trattoria italo-cinese di borgata dove si servono piatti del genere "wanton fritti alla vaccinara". Il tremolante "cameriere cinese" è interpretato dal tremendo fu Origene Soffrano detto "Jimmy Il Fenomeno", un fu attore caratterista di tante commedie degli anni 60-70-80 specializzato nello stesso breve ruolo di scemo urlante in preda alle convulsioni. Più riuscita la grottesca interpretazione dei"tre samurai venuti da Milano" (Anche i loro nomi non scherzano: Ki Kaga Mai, Tu Li Tui e Van Fan Ku) che appena scendono dal tram a Roma fanno scappare un porchettaro ambulante per poi tagliare a colpi di katana il grosso salume e farcire meglio i loro panini. Anche l' attore caratterista di varietà e spalla di altri comici Gianni Agus sembra convincente nella parte dell' immancabile vecchio maestro di arti marziali dalla lunga barbetta bianca, che in questo film sfrutta l' allievo Franco Franchi più come facchino che come aspirante campione di Kung-fu. Certamente Ingrassia vestito con gli stessi abiti tradizionali cinesi e magari con dei lunghi baffi alla Fu Manchù avrebbe fatto di meglio se fosse stato al posto di di Agus, dato che il personaggio di Franchi é più siciliano che cinese.
Film più demenziale che comico anche se Franco Franchi senza la solita e collaudata spalla di Ciccio Ingrassia, sembra molto più espressivo del solito,grazie alle sue facce ieratiche che fanno il verso a quelle decisamente più serie e arrabbiate dei personaggi dei veri film cinesi di arti marziali ma si tratta comunque di un film su misura per Franchi ,dove gareggia con delle facce da carro di carnevale tra le quali risalta per bruttezza quella dell' "oste cinese" Ke Kon Nuto, una sottospecie caricatura di Maurizio Costanzo con le treccine nere interpretato da un fu attore ligure più noto (si fa per dire) come giornalista e scrittore amico di Andrea Camilleri. Il protagonista Franco detto Fico d' India è un povero fesso venuto giù dalle pendici dell' Etna per beccarsi testate in fronte e calci nel culo in una gabbia di matti romana ma non si discosta molto dai personaggi interpretati dai Bruce Lee, sicuramente più coraggiosi, furbi e pratici di Kung-fu ma dalla psicologia elementare, di solito bravi ragazzi costretti a combattere per difendere gli amici e vendicare qualcuno. Comunque dei film parodiati si ricalca molto poco e la scena più realistica di questa sgangherata farsa demenziale è quando Ke Kon Nuto decide di sposare una cicciona siciliana brutta come lui mentre Franco se ne va via di volata con la bella Unci Vuncia.
Pare che questo film di Nando Cicero, ovviamente girato a un costo talmente basso costo da catalogarlo come film di serie C-2 o Z, sia stato un successo al cinema, ottenedo degli incassi miliardari in vecchie £ire. Cicero successivamente ne girò anche di peggiori, come "Paulo Roberto Cotechino centravanti di sfondamento" con Alvaro Vitali e Carmen Russo,"W la foca!" con Lory Del Santo, Bombolo e una più espressiva foca monaca, due sonori fiaschi di film ormai fuori moda di barzellette zozze e l' assurdo "Ultimo tango a Zagarol" (Leggere la mia recensione, se interessa) sempre con Franchi senza Ingrassia, maldestra parodia più datata del più famoso e censuratissimo dramma erotico di Bernardo Bertolucci. Lory Del Santo riscattò la sua carriera artistica nella metà degli anni ottanta al popolare "Drive-In" televisivo mostrando il meglio di se al fianco dei comici televisivi D'Angelo, Beruschi e Greggio, anch' essi reduci da disastrose esperienze cinematografiche.
Secondo molti, certi tentativi recenti di rivalutazione di questi datati film comico-parodistici a basso costo come quelli diretti da Cicero, un tempo disprezzati dalla critica e dimenticati dal pubblico, sarebbero la diretta conseguenza di troppe commedie moderne, italiane e straniere che siano, con personaggi molto più normali e credibili rappresentati in realtà quotidiane che francamente interessano poco o niente, come si puo vedere nei soliti cinepanettoni, banali commediole carine e deluigiate-pieraccionate varie. Visto oggi come umorismo e gags questo film è ai livelli di un vecchio cartone animato per bambini ma dimostra che nonostante la povertà di mezzi allora ci si divertiva con poco senza grandi pretese. "Ku fù - Dalla Sicilia con furore" è un tipico esempio di film da scomparsi cinema parrocchiali di quarta visione.
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