Regia di Marino Girolami vedi scheda film
Silvano lavora in una gioielleria e ha la passione del canto. Incastrato da due truffatori senza scrupoli, che gli fanno credere di essere ricercato per la sparizione di una preziosa collana, si arruola nella legione straniera; ma presto la verità viene a galla.
La solita pellicola sentimental-musicale che rimastica per l'ennesima volta i quattro luoghi comuni del filone melodrammatico all'italiana: una coppia di innamorati; la passione per il canto da parte di lui; un imprevisto (inganno/tradimento/disgrazia/equivoco) che mette in crisi la relazione; una risoluzione sbrigativa che riduce il tutto a (doverosi per il genere) tarallucci e vino. Non si tratta nè di grande cinema, nè di un'opera particolarmente studiata o elaborata, ma la destinazione popolare del lavoro e soprattutto il fatto che all'epoca esistesse un vasto pubblico per la sala cinematografica spiegano quanto basta per comprendere la reale dimensione del film. Claudio Villa ai tempi ne girò parecchi, tutti di questo stampo, e il suo regista di riferimento fu proprio Marino Girolami, artigiano del cinema più 'alimentare' con cui fece coppia sul set in una decina di occasioni. Fra gli altri interpreti: Paul Muller, Nino Vingelli, Elena Fontana, Valeria Fabrizi, con una particina anche per Enzo Girolami, figlio del regista e futuro regista a sua volta, con lo pseudonimo di Enzo G. Castellari. Villa interrompe ripetutamente la trama per cantare; tra i brani si segnala anche l'Ave Maria di Schubert. 2,5/10.
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