Regia di Pawel Pawlikowski vedi scheda film
Io credo in me. E' in te che non credo.
E io credo che Zula abbia ragione a dire così rivolgendosi a Wiktor, l'uomo della sua vita. Un uomo solo apparentemente forte e deciso ma che si rivela debole soprattutto nella posizione da prendere nei confronti di Zula, la donna della sua vita.
Ed infatti è proprio lei la protagonista e l'artefice di ogni avvenimento di questo storia ed è lei che decide anche gli ultimi istanti che legano i loro destini.
Una storia d'amore drammatica ma che non ha nulla di speciale rispetto alle tante raccontate in tanti film. Non ne comprendo quindi il clamore entusiasta di molti critici. Probabilmente il bianco e nero giova molto regalando alle immagini una dimensione sofisticata che con il colore credo non avrebbe avuto.
Mi è piaciuta molto invece la musica, sempre presente in tutto il film, che riesce a raccontare perfettamente solo con le canzoni e le melodie l'evoluzione politica di quegli anni: prima i semplici canti popolari, poi gli esaltanti cori inneggianti alla patria e al leader, poi il rock liberatorio e infine una samba di puro intrattenimento.
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