Regia di Pawel Pawlikowski vedi scheda film
Cold war è gioia degli occhi. Il solito b/n raffinatissimo e quadrato a cui Pawel ci ha abituati insieme a Zal (la sequenza con il grande specchio mi è parsa… irragiungibile). Dove il film mostra dei limiti (ma poi lo sono?) è quella della trasmissione, a chi guarda, delle emozioni di queste due anime che paiono concepite per attrarsi e respingersi senza tregua. Ma non è forse lì il segreto degli amori, duraturi? Eterni? Desiderarsi e separarsi…per poi desiderarsi nuovamente come e più di prima. Qui Pawel non osa, a mio parere volutamente, per non correre il rischio di scivolare, in questo film nato per i festival, nel mero esercizio di stucchevole e passionale romanticismo. Quello che lo spettatore deve comprendere è che questo è un amore esposto, ma non vissuto in platea, anelato e non realizzato, razionalmente rappresentato, seppur nella sua celata grandezza di sentimento. Fino a giungere all’ultima dimensione; lì dove pare che tutto possa definitivamente avverarsi.
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