Regia di Andrea Segre vedi scheda film
Corrado Rinaldi è un uomo di successo. Ex schermidore olimpico, lavora per il ministero dell'interno che lo invia in Libia per arginare i continui sbarchi di profughi nelle coste italiane. Il suo compito è stringere un patto con il governo di Tripoli e trattare con i poteri che controllano la zona di Zuara. In ballo ci sono i soldi elargiti dalla UE stanziati per ridurre il fenomeno migratorio. La Libia è un calderone bollente che richiede astuzia e pelo sullo stomaco per uscire vincitori nelle trattative. Corrado però si fa coinvolgere nelle vicende private dei poveracci, vittime di chi controlla le tratte di immigrazione e di chi gestisce i centri di accoglienza. Andrea Segre racconta con maturità la situazione dell'immigrazione irregolare da un punto di vista nuovo, quello politico, evitando sensazionalismi, mostrando, invece, una realtà poco raccontata dai telegiornali. Non si lascia tentare da una netta presa di posizione a favore di qualcuno ma preferisce sollevare il problema morale di chi deve è di chi può aiutare i profughi. E suggerisce allo spettatore un ordine nelle cose che i suoi personaggi sono chiamati a scegliere. Questo film avrebbe potuto intitolarsi "Gabbie". Ci sono quelle dorate come le aule del potere che non si mescola mai con il popolino; quelle vissute dal protagonista (la casa, le stanze d'hotel), sicure, ordinate ed ermetiche ai problemi reali. Infine le peggiori, quelle chiamate centri di accoglienza, che fanno rima con "lager" in cui centinaia di persone vivono al limite dell'umano. Segre arricchisce il suo film di immagini e scene preziose a ricordarci che il suo non è inchiesta ma cinema. Quando Corrado svuota i vasetti dalla sabbia raccolta nelle spiagge libiche sembra di sentire quel brano dei Nomadi che dice: "sogni o denari... sabbia tra le dita..."
Cinema Teatro Santo Spirito - Ferrara
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta