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La ragazza nella nebbia

Regia di Donato Carrisi vedi scheda film

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La recensione su La ragazza nella nebbia

di mm40
2 stelle

L'omicidio di una ragazzina in un paesino di montagna crea una forte eco mediatica, soprattutto perchè a investigare è chiamato il noto ispettore Vogel, spesso al centro di casi controversi. L'unico indiziato pare un aitante professore non privo di lati oscuri. Vogel ci metterà del suo per incastrarlo.

 

Prendi I soliti sospetti, metti la sceneggiatura in mano a Fabio Volo e fai dirigere il tutto a un mestierante maldestro con ambizioni da cineasta consumato: et voilà, La ragazza nella nebbia è servito. Thriller-noir senz'arte, nè parte, il film prende le mosse dal romanzo omonimo di Donato Carrisi, anche se i titoli di coda preferiscono indicarlo più pragmaticamente come 'best seller'. Non è un dettaglio da poco, se si vuole inquadrare sotto la giusta luce questo lavoro: l'obiettivo è arrivare al grande pubblico - proprio come i libri di Carrisi - e la confezione fastosa abbinata ai grandi nomi al centro del cast possono facilmente trarre in inganno lo spettatore; il valore dell'opera però si riesce a rilevare fin da subito, ed è realmente modesto. Carrisi debutta dietro la macchina da presa agitandola e scarrellando qua e là come un veterano, ma senza il relativo sguardo; Toni Servillo è un protagonista per una volta incolore e insapore, come a indicare una sua partecipazione non troppo convinta: già questi due indizi fanno una prova sulla (mancante) qualità del film. Ma il vero problema è il testo di partenza, sceneggiato dal suo stesso autore: un racconto dalla profondità psicologica limitatissima che si basa essenzialmente su un solo colpo di scena (e, in quanto tale, facilmente identificabile con largo anticipo da buona parte del pubblico) e che per giunta sfrutta dialoghi di una banalità talvolta imbarazzante: frasi fatte, luoghi comuni, perle di saggezza di spessore moccesco (à la Moccia, insomma) - un vero disastro. Alessio Boni, Jean Reno e Greta Scacchi compongono gli altri nomi principali sul cartellone; in genere un debutto può far storcere il naso, ma si attende comunque una seconda prova per poter giudicare al meglio il valore del regista: in questo caso, trattandosi di un superprodotto ad alto budget (per l'Italia quantomeno) basato su un romanzo stravenduto dello stesso autore, ci si potrebbe anche accontentare così. 2,5/10.

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