Regia di Donato Carrisi vedi scheda film
Un giallo/thriller tratto da un'opera di Donato Carrisi e diretto dallo stesso. Il film si apre con un dialogo tra il protagonista Ispettore Vogel e uno psichiatra, in un posto di polizia di uno sperduto paese delle Alpi, un "non luogo" in quanto non e' chiaro dai costumi e altre caratteristiche se sia in Svizzera, Italia, o altri paesi dell'arco alpino. Vogel e' reduce di un incidente, ma non ne ricorda i dettagli, ne' gli eventi immediatamente antecedenti. Tramite flashback, la storia viene ricostruita. Vogel e' un investigatore determinato nel risolvere casi complessi trovando eventualmente un colpevole di comodo, attirando su di esso l'interesse dei media; cio' nonostante recentemente abbia commesso un colossale errore per un caso analogo. E' stato inviato nel paese alpino - Avechnot - per rintracciare un'adolescente scomparsa, e, coerentemente con il proprio metodo opertivo, "scatena" i media contro un professore di mezza eta' recentemente trasferitosi nel paese. L'evoluzione della trama, pur lasciando alcune questioni irrisolte, mostrera' cosa in realta' e' avvenuto, evidenziando come alle radici del male commesso vi sia un movente molto piu' banale - perche' legato ad interessi materiali - rispetto a quelli suggeriti dagli eventi mostrati su schermo. Prima delle rivelazioni finali, in parte comunque nebulose, l'interesse dello spettatore e' mantenuto vivo dai molti elementi forniti dal narratore, lasciandomi ipotizzare almeno quattro plausibili colpevoli (padrone dell'albergo, che vuole attirare l'attenzione sul paese in decadenza; padre della vittima; professore; ragazzo infatuato della vittima), piu' altri meno plausibili. Al di la' dell'intreccio, appaiono interessanti alcuni aspetti, che rimandano all'attualita'. Il potere del "circo mediatico", in grado di determinare la sorte di un indiziato di reato a prescindere dalla reale colpevolezza. Di fronte a tale forza, le stesse Istituzioni si arrendono, rinunciando ad indagare a fondo, anche a tutela della vittima del "tritacarne mediatico", ed anzi collaborando con la stessa, come fa Vogel, con coscienza, nonostante il coinvolgimento in un recente caso, che a me ha ricordato gli eventi dell'"Unabomber" del nord-est. Appropriata l'ambientazione, il paese alpino dalla collocazione incerta, non solo locale ma anche temporale - a tecnologie molto moderne sono affiancati strumenti del passato; vecchie TV a tubo catodico, autovetture di molti anni fa. Una località trascurata e decadente, molto lontana dall'idea che abbiamo - forse perchè così ci viene presentata dai media - dei paesini di montagna; perennemente ammantato di nebbia e popolato di personaggi evidentemente cresciuti nell'isolamento. Apprezzabili gli attori, in particolare Toni Servillo e Alessio Boni, in un ruolo non facile. Film valido, che perde qualcosa nel finale, un po' confusionario; rende a perfezione, però, l'idea della banalità del male.
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