Regia di Donato Carrisi vedi scheda film
Nel paesino di Avechot, in mezzo alle Alpi, l'ispettore Vogel (Servillo) si presenta nel mezzo della notte al cospetto di uno psichiatra (Reno). C'era nebbia, ha avuto un incidente ma dice di non ricordare nulla. Dietro c'è una complessa storia - raccontata anche con lunghi flashback - che parte dalla sparizione di una quindicenne dalla comunità montana, passa per la congregazione religiosa che rende omertoso l'intero paese e arriva a un professore (Boni) stabilitosi lì da poco con la famiglia, l'unico a finire sul banco degli imputati.
Tratto - come recitano con magniloquenza i titoli di coda - dal best seller "internazionale" di Donato Carrisi, La ragazza nella nebbia viene portato sul grande schermo dallo stesso autore, il quale dimostra ampie capacità narrative e di sapere dare una cospicua dose di suspense al racconto. Il tema è quello della vanità, mescidato in chiave di apologo con quello della dialettica tra apparenza e realtà con riflessioni non banali. I problemi sono due: la sceneggiatura, arzigogolata in maniera compiaciuta e capace di arrivare a un finale davvero deludente e, ancor di più, la direzione degli attori: Toni Servillo continua a fare Toni Servillo in qualsiasi film, gli altri sono diretti con mano da mestierante e solo Alessio Boni ci mette un po' di impegno, insieme a Jean Reno che recita nel nostro idioma in presa diretta.
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