Regia di Christopher Landon vedi scheda film
Film slasher giovanile ambientato in un campus statunitense, tra festini e ubriacature, che attinge molto da “Ricomincio daccapo” e “Scream”, barcamenandosi con stile e classe tra horror, thriller e black comedy con un tocco di romanticismo.
La protagonista Tree rivive incessantemente un loop temporale, a dir poco infernale, in cui viene uccisa ogni volta da un assassino che indossa la maschera di un neonato con un solo dente. Dovrà capire come uscire da questo incubo e risolvere l’enigma della vera identità della persona che vuole la sua morte. Dunque c’è anche un po’ di giallo nella storia.
La miscela di generi e spunti riciclati funziona e intrattiene. La trama, per quanto ridondante mentre avviene in uno spazio-tempo limitato e programmato, incuriosisce. Sino alla fine è difficile intuire chi sia il killer, perché non vengono forniti indizi.
La messa in scena è in parte geniale con le sue sequenze grottesche e un’atmosfera onirica cupa che sprigiona una sottile tensione psicologica. Discreti i dialoghi, narrazione ironica e a tratti velenosa, ritmo costante, regia ingegnosa e cast di attori poco noti ma bravi e simpatici.
Jessica Rothe è un’ottima mattatrice. Il suo personaggio appare inizialmente antipatico, superbo e egocentrico, ma a causa di tutte le sue disavventure e il coraggio che sviluppa per fronteggiarle, finisce con il conquistare gli spettatori. Cambia diventando una ragazza più umile e migliore.
Funesto fu il cupcake avvelenato! E indimenticabili i modi a volte assurdi con cui l’assassino uccide Tree.
Nel complesso, questo fantasioso film non sfiora neanche di striscio il capolavoro, ma è godibile quanto basta e possiede una sua morale sull’amicizia, sul saper usare con saggezza il tempo, senza sprecarlo, e sul desiderio di riscatto dai propri errori.
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