Regia di George Sherman vedi scheda film
Recensione in due parti. **** per ora, ricordo che lo vidi solo all'età di 11/12 anni e mi apparve un capolavoro, capii che i buoni erano gli indiani e Jeff Chandler divenne uno dei miei attori preferiti, come fu per tanti durante gli anni cinquanta, poi non ne seppi più nulla. La 2.a parte più tardi, dopo averlo rivisto alle 17 e 20 su Rete 4.
KOCISS, L'EROE INDIANO (1952)
(prima recensione)
Il primo film di successo che rappresentò gli indiani non come selvaggi da temere ma come popolo vittima o comunque almeno da rispettare era stato in effetti "L'amante indiana" di due anni prima (1950, regia di Delmer Daves) ma io lo vidi molti anni dopo.
Anche in quel film il capo dei pellirosse era Kociss (o Cochise che dir si voglia) e l'attore che lo interpretava (in un ruolo di secondo piano rispetto a quello di James Stewart) era stato Jeff Chandler, apprezzato al punto da meritare una nomination all'Oscar come non protagonista.
Aveva tutto per quel ruolo, non solo la possanza del fisico (alto 1 metro e 93 e di costituzione robusta e atletica al tempo stesso) ma soprattutto i lineamenti marcati e inconsueti del volto, oltre alla capacità espressiva non indifferente.
Diventò subito uno dei miei "miti" giovanili e se si fa presto a dire che "ognuno ha i suoi miti" io credo che i più duraturi siano proprio quelli che risalgono a scelte fatte nell'adolescenza; o addirittura nell'infanzia, quelle scelte che ci si era trovati praticamente costretti a fare, d'istinto, già a 6/7 anni, in prima o seconda elementare. Mi riferisco in particolare alla scelta "Bartali o Coppi?". All'inizio della terza elementare arrivò un maestro (che rimase poi con noi fino alla quinta) e rammento che la prima novità che introdusse, per misurare la nostra velocità nelle divisioni, fu quella di far gareggiare in duelli alla lavagna due alunni scelti da lui tra i due schieramenti (che naturalmente facevano il tifo, pur nella moderazione tipica di quell'epoca in classe): fu il mio primo successo scolastico perchè riuscii spesso a battere il compagno unanimemente e nettamente riconosciuto come "primo della classe", cosicchè iniziarono a considerarmi "il secondo".
Della mia predilezione per Chandler anche nel seguito del decennio ho la prova: una sua foto/cartolina (in cui ha già i capelli brizzolati, per me elemento di fascino per un uomo sui trent'anni o poco più) risalente all'incirca al 1958, che conservo insieme a pochissime altre di attori dell'epoca; vado a memoria: Gina Lollobrigida (che preferivo alla Loren) - Audrey Hepburn - Errol Flynn - Tony Curtis e Burt Lancaster con la Lollo in "Trapezio".
Ebbene, che questo attore che mi era così caro sia morto giovane e tragicamente qualche anno dopo (nel 1961) in seguito a interventi chirurgici che furono considerati un caso di "malasanità" l'ho appreso solo da poco tempo, successivamente alla mia iscrizione a Film Tv che data 2 febbraio 2015.
A presto (prima di notte spero).
cherubino,
19.4.2020
Completamento della recensione (all'una del 20.4.20):
La visione di questo film dopo più di sei decenni temevo potesse deludermi ed invece non è stato così.
Due cose soprattutto:
La prima, sicuramente da ragazzo non l'apprezzai, è il fatto che questo film è stato girato proprio nella Monument Valley.
Compatibilmente con la datazione del film, credo non si possa che apprezzarne la spettacolarità dell'ambientazione, con quelle "torri" rosse come sono davvero in natura, solo valorizzate dal Technicolor ma non finte.
L'altra è la conferma che ho avuta in pieno che Jeff Chandler "è" Kociss il capo degli Apaches, ancora oggi penso che sia impossibile trovare un altro col volto e col corpo adatti quanto lui. Il terzo volto in alto a destra potrebbe essere di una sua sorella.
Per quanto concerne la vicenda narrata, indubbiamente i buoni e i cattivi sono troppo platealmente tali, sia tra i nativi sia tra i bianchi, forse è l'unico difetto che riconosco al film.
Ma tutto sommato non è in contrasto con quello che vedo come un pregio: i dialoghi e le scene stesse sono sempre ridotti all'essenziale (e questo è un aspetto che apprezzo e riscontro di rado). Per esempio, anche i duelli in cui è impegnato Kociss, prima con un guerriero della tribù di Geronimo poi con lui stesso, sono assai rapidi; si vede la volontà di uccidere, senza bisogno di soffermarcisi troppo.
Ne vien fuori un film che scorre svelto senza pause e il tempo vola.
in definitiva, debbo dire che non lo considero inferiore a "L'amante indiana", cui diedi 4 stelle.
Non cambio quindi il mio voto provvisorio, anche se affettivamente continuo a pensarla come quando avevo 12 anni. Diciamo che oggi come allora considero da 5 stelle il personaggio di Kociss e dunque l'interpretazione del compianto Jeff Chandler che fu divo solo per un decennio e poi perse inopinatamente l'ultima battaglia.
Un saluto da cherubino.
(chiedo scusa, ringraziandoli per l'utilità assegnatami prima della conclusione, arrivata un po' tardi, a bufera, laulilla, Marcello del Campo, pippus, spopola, undying)
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