Regia di Maurizio Scaparro vedi scheda film
Nella sala d'attesa di una stazione ferroviaria due uomini discutono della vita.
L'uomo dal fiore in bocca è un celebre atto unico pirandelliano che ha avuto discreta fortuna anche sul piccolo schermo: due sono le versioni girate per la tv italiana (fino al 2017, quantomeno) e, prima di quella di Marco Bellocchio del 1993, è venuta quella di Maurizio Scaparro nel 1970; entrambe con una produzione targata Rai. Ma prima ancora, nel 1966, c'era stata la messa in scena di Luc Philips per la televisione di Stato belga. Scaparro proveniva dalla critica e dalla regia teatrale; a quest'ultimo tipo di approccio si rifaceva fisiologicamente la televisione del periodo e questa rappresentazione de L'uomo dal fiore in bocca non si discosta granchè, effettivamente, da una rappresentazione teatrale. Sostanzialmente si tratta di un monologo e la presenza di un protagonista come Vittorio Gassman garantisce la miglior resa possibile del testo; a fargli da spalla c'è Gennaro Di Napoli, cui tocca il ruolo dell'uomo comune, che vive in maniera passiva. L'uomo dal fiore in bocca/Gassman è invece colui che è stato segnato dalla morte, che sa di avere ancora poco tempo a disposizione e inevitabilmente si rivolge alla vita con curiosità e rabbia mescolate insieme. 23 minuti di durata, bianco e nero. 6/10.
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