Regia di Alessio Maria Federici vedi scheda film
Due amanti hanno una diversa visione del loro rapporto: lui lo sfrutta per svagarsi sessualmente, lei vorrebbe invece tirarne fuori una relazione sentimentale vera e propria. Così lei lo trascina da un terapista di coppia.
L'idea di partenza è talmente sottile - quella del titolo: andare in terapia di coppia pur essendo una coppia 'irregolare' - che fin da subito si intuisce che la sostanza nel film sarà poca e insapore. Purtroppo mancano sviluppi interessanti o semplicemente originali che possano dare il via a una storia degna di tale nome: nella sceneggiatura firmata dal regista insieme a Diego De Silva, tratta da un romanzo di quest'ultimo, tutto rimane confinato al macchiettismo degli interpreti (più o meno efficace) e a un canovaccio stretto stretto che non si sbilancia in maniera decisa da nessuna parte: nè verso l'analisi sociale in senso lato, nè verso quella del microcosmo della coppia. I toni vorrebbero insomma essere brillanti, ma sono leggerini: esattamente come le battute di spirito del protagonista, che fanno (sor)ridere solamente i personaggi del film, ma lasciano lo spettatore il più delle volte perplesso. Ambra Angiolini e Pietro Sermonti sono i due interpreti principali: non dannosi, ma a tutti gli effetti poco incisivi entrambi; meglio in tal senso la caratterizzazione di Sergio Rubini, per quanto il suo psicanalista sia legato a una serie di stereotipi che lo allontanano dalla miglior verosimiglianza; fra gli altri nomi del cast i ruoli di maggior spessore sono quelli di Franco Branciaroli (il padre di Sermonti: forse il personaggio meglio scritto del lavoro), Fulvio Falzarano e Anita Kravos. Per Alessio Maria Federici è l'ennesima regia incolore sulla scia di una commedia blanda nelle tinte, diplomatica nei contenuti, 'democristiana' nella morale (Stai lontana da me, 2013; Fratelli unici, 2014). 3/10.
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