Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Soggetto funzionale a mostrare una ‘finta’ Napoli che da semplice location diventa la vera ingombrante protagonista, giá dal titolo. Decisamente deludente nonostante abbia a disposizione delle ottime carte da giocare come il valido regista e un ottimo cast.
Un lungo ed accorato spot pubblicitario su di una Napoli fascinosa ed esoterica travestito da thriller psicologico citazionistico e contorto ricco di personaggi secondari, scarsamente funzionali al soggetto proposto, pescati tra le vecchie glorie del Teatro ed il Cinema partenopeo: Beppe Barra, Anna Bonaiuto, Lina Sastri, Luisa Ranieri nonché una Isabella Ferrari in un ruolo particolarmente ambiguo.
Parte con una esplicita dichiarazione d’intenti: l’immagine di una tromba di scale a spirale che richiama alla mente cinefila il Vertigo hitchcockiano.
Poche sequenze e tale impressione viene confermata dall’incontro da parte della protagonista del sosia-gemello-doppio del defunto amante di una notte che ha trafitto il cuore della bella e brava, ma non più giovanissima, Giovanna Mezzogiorno che, come fece James Stewart nella ‘Donna che visse due volte’ con maniacale cura e morbosa bramosia, si adopera per trasformare il giovane nell’oggetto del suo desiderio quasi fosse un giocattolo sessuale.
L’arcano si disvelerá solo nel finale, andando a recuperare nelle ombre del passato i tragici eventi che hanno colpito la protagonista in giovane etá, ma lasciando dubbi sulla reale comprensione poiché Özpetek mischia le carte nell’ultima sequenza minando le convinzioni di alcuni spettatori che cadono nella trappola (rimango nel vago per non eccedere nello spoiler).
Tra esplicite citazioni: Quarto potere, Profondo rosso, Caro diario, Vertigo ecc. ed una messa in scena ridondante causa l’eccessivo atto d’amore verso una cittá così fintamente riprodotta assistiamo ad un pasticcio che si salva dalla stroncatura solenne solo grazie ad una straordinaria Giovanna Mezzogiorno ed a una regia veramente di grande maestria e classe che soddisfa anche i palati sopraffini: eccellenti le sequenze di sesso mirabilmente proposte. Un mezzo passo falso di un coraggioso regista che cerca di cambiare rotta giocando la carta citazionistica ma, onestamente, tutto giá visto ed elaborato con altri risultati da Brian de Palma e non solo in una miriade di altre pellicole, per lo più capolavori.
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