Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Normalmente "l'inganno" sta alla base del cinema. Sin dai film di Melies lo spettatore viene ingannato ed é contento di questo. L'inganno, però, deve essere "onesto". Per lo meno a livello intellettuale deve essere un inganno onesto.
Napoli Velata è l'ultima fatica di Ferzan Ozpetek.
Ho deciso di usare la parola fatica. Sì. La fatica a dare un giudizio ad un'accozzaglia di immagini suggestive e personaggi mistici, la fatica a capire quale messaggio Ozpetek ci voglia dare passando da rituali religiosi a superstizione. La fatica di raccontare il film a qualcuno che non l'ha visto.
Onde evitare spoiler, decido di sorvolare la trama e di parlare, per lo più, di quello che rimane una volta usciti dalla sala.
La sensazione di essere stati presi in giro è grande.
Normalmente "l'inganno" sta alla base del cinema. Sin dai film di Melies lo spettatore viene ingannato ed é contento di questo. L'inganno, però, deve essere "onesto". Per lo meno a livello intellettuale deve essere un inganno onesto. Una sceneggiatura strutturata e studiata nei minimi particolari permette di "fregare" il pubblico, il quale, a sua volta, prova godimento nell'essere fregato.
L'inganno di Ozpetek è, invece, disonesto. Il modo in cui cerca di confondere lo spettatore è maldestro e irrispettoso.
Dite che la sto prendendo troppo sul personale?
Forse.
Tuttavia continuo a pensare che un rapporto sincero o quantomento rispettoso con il pubblico stia alla base del cinema, così come della fotografia e della letteratura.
Ho trovato il film di Ozpetek sconclusionato, pretenzioso, disordinato e subdolo.
Per fare buoni film, in Italia, non basta autoproclamarsi autori.
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