Regia di Pupi Avati vedi scheda film
E' sicuramente un film di Pupi Avati: il dettaglio ai particolari minimi fa da contraltare all'accuratezza della ricostruzione dell'Italia post bellica povera e malmessa come il nome del protagonista Vanni Porelli - Carlo Delle Piane di cui Pupi Avati ha apprezzato e saputo esaltare le doti drammatiche- e dei suoi collaboratori, abbigliati con vestiti presi a nolo, con pochi mezzi e tanta buona volontà nel sobbarcarsi, con la semplicità e l'incoscienza di chi è nel bisogno, un lavoro immane.
Con la delicatezza propria di Pupi Avati, che si ritrova nello sguardo pulito ed ingenuo di Nick Novecento (troppo spesso dimenticato), che interpreta il figlio del protagonista e che assieme a lui e ad altri due ragazzi, anch'essi spiantati ed adottati dalla madre ossia la moglie separata di Vanni Porelli (chiamati significativamente Gli Orfani), il fiml descrive l'archetipo dei ricchi che sfruttano le risorse ed il lavoro dei poveri.
Così l'impresa estenuante ed all'inizio impossibile, ossia restaurare un casale abbandonato vicino al mare Adriatico per organizzare la festa di laurea della figlia di una ricca famiglia, è tutto sommato trascurata ed addirittura negletta ed assorbita dalla falsa rappresentazione dell'ipocrità felicità della gente snob, che osserva la pagliuzza negli occhi dei poveri e trascura le travi incastrate nei propri.
E' un'opera soprendente da riscoprire, impreziosita dalla stupenda colonna sonora di Riz Ortolani, giustamente vincitrice della Coppa Volpi.
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