Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Garbata commedia d'altri tempi incentrata sul rapporto genitori/figli, non è tra i film più ambiziosi di Monicelli come "La grande guerra" o "L'armata Brancaleone", ma lo si guarda ancora volentieri a tanti anni di distanza dalla sua uscita. Morandini lo definisce un "film a episodi camuffato", ma non sono d'accordo: io la definirei una commedia di stampo corale, piuttosto insolita e originale nell'impianto per essere degli anni'50, con una sceneggiatura di Age e Scarpelli che riesce a bilanciare abbastanza bene le diverse vicende. Certo, a tratti si scivola un pò nell'ovvio, soprattutto in certe schermaglie sentimentali piuttosto risapute, ma non c'è mai una concessione alla volgarità che diverrà prevalente nelle commedie dei decenni successivi, e le diverse situazioni sono calate in una realtà sociale che non ha le approssimazioni e la falsità degli epigoni appena citati: come esemplare del cosiddetto "neorealismo rosa" regge bene, almeno quanto "Una domenica d'agosto" di Emmer. Cast ispirato in cui svetta un divertente e umanissimo De Sica (e la scena finale in cui i due padri sgridano i figli ma infine trovano un accordo è davvero godibile), bene anche la Merlini e Carotenuto, un pò in ombra ma sempre efficace Mastroianni. All'epoca vinse il premio per la migliore regia al festival di Berlino: un riconoscimento importante per un film tutto sommato sottovalutato.
VOTO 7/10
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