Regia di Annemarie Jacir vedi scheda film
Shadi è emigrato a Roma da Nazareth, dove vive il resto della famiglia. In occasione del matrimonio della sorella torna in Palestina e col padre comincia un lungo giro per consegnare le partecipazioni a tutti gli invitati. Le lunghe ore trascorse insieme girovagando in macchina per la città, diventano per entrambi motivo di riflessione personale e sul loro rapporto.
Un film itinerante, quello di Annemarie Jacir, che esplora il conflitto generazionale e culturale tra padre e figlio, un topos intramontabile, e che qui viene affrontato con il dispositivo del viaggio in macchina. La situazione difficile della Palestina diventa il motivo per dare il via agli scontri tra i due. Da una parte la visione della tradizione, necessaria per rimanere ancorati ai luoghi di provenienza; visione che comporta compromessi e, allo stesso tempo, le gratificazioni di portare avanti un progetto, in questo caso familiare. Dall’altra la visione idealista di chi vive un mondo ormai diverso e che affronta le problematiche che ha lasciato senza l’esperienza del vivere quotidiano. Lo scontro generazionale si farà sempre più aspro fino al confronto che consentirà ad entrambi di integrare il punto di vista dell’altro, favorendo quel riavvicinamento che è l’auspicata conclusione della relazione parentale, basata indiscutibilmente sull’amore. Molto bella la scena finale che descrive questo avvicinamento con gli stessi movimenti scenici dei due protagonisti
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