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I cavalieri dalle lunghe ombre

Regia di Walter Hill vedi scheda film

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La recensione su I cavalieri dalle lunghe ombre

di tafo
8 stelle

Walter Hill è il regista capace di traghettare il cinema di Peckinpah verso la post-modernità, il montaggio rallentato del vecchio Sam perde qui ogni carattere etico per divenire pura estetica, l'elegia degli sconfitti cede il posto all'iperrealismo parentale. Il racconto della banda James diventa cronaca di un Robin Hood che in realtà ruba ai ricchi per dare quasi mai ai poveri.Il gusto per l'azione si lega alla ricostruzione dei fatti e alla definizione di un personaggio contradditorio come il bandito del Missouri. Jesse James sarà sempre un mito per alcuni e un bandito assassino per altri, nulla potrà toglierli mai  di dosso l'immagine dell'individualista che lotta per la propria affermazione, che sa di poter perdere ma che prima vuole provare a vincere, anche a costo di tradire i vecchi compagni e mettersi in casa il proprio codardo assassino. Il regista californiano come al solito senza fronzoli cerca di tracciare il quadro tenendolo sempre dritto a cominciare dagli attori, tutti fratelli due volte e rinunciando alla iconografia fisica per puntare a comporre uno dei cast più mitici di tutto il cinema. Quando ti trovi di fronte i fratelli Carradine-Younger non c'è somiglianza fisica che conti, David è Cole non ci sono discussioni se non volete fare la fine dell'indiano. La costruzione del mito diventa il meccanismo da smontare per arrivare alla conclusione che non  possono esistere buoni e cattivi,  e che la violenza usata dagli uomini di legge è la stessa di quella dei fuorilegge. Jesse James  è stato capace di colorare le sue imprese di politica, di far passare l'idea di operare per il sud sconfitto nella guerra di secessione di costruirsi da solo la sua leggenda, quando a ben vedere egli era molto razionale nel pensare a salvaguardare il  benessere economico della propria famiglia. Un film insomma dove leggenda e realtà combattono e anche se il destino del ribelle appare segnato egli ci attrae e ci respinge ci convince e ci delude senza mai darci l'impressione di subire la vita.

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