Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Quello degli yakuza è un mondo di soli uomini, in cui tutto si misura in termini di vita e di morte. Il denaro è potere, ed il potere è cieca brutalità, che si realizza come in una partita a Mah-jong, come in un gioco strategico ad eliminazione disputato con pedine umane. E come nella morra cinese, il più delle volte è il caso a decidere a chi tocca. Nel conflitto tra clan non c'è odio né complicità, né spirito di corpo, né rancore. È un confronto freddo e puramente tecnico, in cui conta solo la quantità di sangue accumulato sui due fronti: una guerra tra due eserciti capeggiati da possidenti e costituiti da mercenari deportati e trattati in modo spartano. Tra un'uccisione e l'altra, sfumano i contorni tra la simulazione rituale e la preparazione alla violenza, tra la finzione per divertimento e lo scherzo crudamente reale. La maggior parte dei momenti salienti della storia si svolge sulla spiaggia che, come in "Hana-Bi", rappresenta il solitario limitare della vita. E ancora una volta, i "fiori di fuoco" dei giochi pirotecnici annunciano, verso la fine, il risveglio dell'animo umano, anche se nella versione totalmente negativa della disperazione (auto)distruttrice.
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