Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
Un impiegato statale (Lèud) dopo quindici anni di "onorata carriera" viene licenziato di punto in bianco per effetto dei tagli voluti dal governo della Thatcher. Decide di suicidarsi ma ogni suo tentativo risulta vano percio' assolda un killer per farsi uccidere.Intanto pero' si innamora di una fioraia e gli torna la voglia di vivere ma non sa come farlo sapere a chi ha pagato per farsi ammazzare. Solo a leggere il soggetto verrebbe voglia di vedere il film.Poi il resto non disattende affatto le attese.Anzi. E' di una squisitezza unica davvero "Ho affittato un killer":leggero per come scorre via senza un minimo di pesantezza superflua,minimalista con dialoghi necessari e una messinscena rigorosamente austera e ironico perchè vorrebbe essere un noir dalle forti tinte funeree ma i "cattivi" della periferia londinese hanno facce troppo buffe per incutere timore. Inoltre ci sono Jean-Pierre Lèaud che segue il clichè solito del "ciclo Doinel",sempre un po stralunato e straniato,e la piacevola comparsata di Serge Reggiani. Il tutto fa un piccolo gioiello di film in cui l'intelligenza traspare piu' degli arzigogoli delle "regole"di produzione. Si fa dell'ottimo cinema col minimo stabilito,insomma,e si toccano temi profondi con la leggerezza di chi ha fatto del garbo una regola di vita.E' il segno distintivo di un maestro del nord.
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