Regia di James Wan vedi scheda film
Visto in lingua originale con sottotitoli
Cinecomic dedicato a un personaggio dei fumetti che, come talvolta accade, presenta analogie col mito (in questo caso greco). L’omonimo protagonista, frutto dell’unione tra un uomo – il guardiano del faro Thomas Curry – e una dèa (la regina Atlanna), ricorda infatti Achille, sia come nascita – l’eroe era figlio del mortale Peleo e della nereide Teti – che per educazione ricevuta – il Vulko interpretato da Dafoe è assimilabile al centauro Chirone, precettore del “piede rapido”.
Successiva agli eventi narrati da Justice League (la coppia Momoa/Heard riprende i rispettivi ruoli di Aquaman e Mera), quest’avventura negli abissi (il cui screenwriter è lo stesso che ha firmato La furia dei Titani), alla ricerca del Tridente d’oro con cui diventare “Signore degli oceani”, rispecchia in pieno “Il viaggio dell’eroe” di Christopher Vogler, declinato dal regista con uno stile che risente senz’altro della contaminazione post-moderna tipica di Guy Ritchie e dell’influenza di Sam Raimi (e in parte Luc Besson).
Il risultato è un film lungo, sovraccarico degli elementi più disparati – comicità fracassona e azione concitata (la parentesi in Sicilia), fantascienza tecnologica, guerra (marina), fantasy (visivamente affascinante) – ma tutto sommato piacevole, se si sta al pattern fumettistico fotografato da Don Burgess, accorto nella gradazione dei colori caldi e giocoforza del blu.
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