Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Ottimo remake de "Il cavaliere della valle solitaria". Grande Eastwood, sia come regista che come attore.
In una zona montuosa del Far West il prepotente proprietario di miniere LaHood (R. Dysart) cerca di scacciare con la violenza una comunità di minatori indipendenti che vive nella zona di Carbon Canyon. In loro aiuto arriverà, dal nulla, un misterioso predicatore (C. Eastwood), che difende uno dei minatori, Barret (M. Moriarty), dagli uomini di LaHood, e si pone a difesa della piccola comunità.
Magistrale western di Clint Eastwood, che, "liquidati una volta per tutti i conti con Sergio Leone", guarda indietro e realizza un remake del leggendario "Il cavaliere della valle solitaria" di George Stevens.
Il cavaliere pallido infatti è un western dal respiro classico, calato però in un'atmosfera quasi fantastica, ben lontano sia dal filone revisionista che dagli spaghetti-western . E tutto questo in un periodo in cui questo genere era in totale declino.
Il protagonista è un reverendo, una sorta di angelo della vendetta, dagli occhi penetranti, il volto sempre in penombra, dal passato oscuro e dall'avvenire altrettanto enigmatico, contrario a qualsiasi genere di legame (rifiuta infatti la figlia di Barret, invaghitasi di lui, come anche sua madre Sarah, futura moglie di Barret). Si direbbe quasi un fantasma.
Una chiave di lettura del film è l'elemento religioso, i vari riferimenti biblici presenti (il titolo infatti si ricollega all'Apocalisse) e il fatto stesso che la venuta del protagonista sia vista dai minatori come una sorta di miracolo.
La fotografia di Bruce Surtees riprende i paesaggi montani splendidamente, contribuendo ad accentuare l'atmosfera fantastica del film e cristallizzando la storia fuori dal tempo.
Clint, da parte sua, dirige con la sua consueta maestria, con uno stile classico e asciutto, regalandoci varie scene d'antologia: ad esempio l'uccisione di Spider, la resa dei conti finale con Stockburn, oppure lo scontro tra il Predicatore e Club (interpretato dal mai dimenticato Richard Kiel, interprete di "Squalo" nella saga di 007 e che anche in questo film alla fine si riscatta salvando il Predicatore da una fucilata a tradimento).
In conclusione una splendida prova di regia di Clint Eastwood, che realizza un grande western, mantendosi fedele al film di Stevens, ma allo stesso tempo rielaborando il tutto con tocchi personalissimi e grande originalità.
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